Palermo – Il pericolo è nel centro storico, quasi 1.500 immobili a rischio

PALERMO – “Come amministrazione abbiamo previsto 500 mila euro per un’ordinanza in danno ai privati che non mettono in sicurezza gli edifici di proprietà. Contro di loro agiremo penalmente”. Parole a firma del sindaco del capoluogo, Leoluca Orlando, che ha varato così la linea della fermezza dopo un anno e mezzo di legislatura passato a firmare ordinanze sindacali per lavori di messa in sicurezza nel centro storico rimasti sulla carta.
I fatti sono sotto gli occhi di tutti. Il crollo (con quattro morti) di via Bagolino non è stato un caso isolato: Palermo cade a pezzi. Soltanto nell’ultima settimana, oltre al crollo di piazza Garraffello alla Vucciria, che per puro miracolo non ha provocato una strage, si sono registrati il distacco dell’intonaco alla scuola Bragaglia, con tre feriti lievi, e il sequestro della chiesa cinquecentesca di Santa Caterina a causa “del decadimento della facciata principale della chiesa, dove erano evidenti il distacco di intonaci, la presenza di parti ammalorate da infiltrazioni d’acqua, il distacco e il crollo di parti delle lapidi, la precarietà dei basamenti, il ripiegamento verso l’esterno e il dissesto della muratura”.
È di questi giorni la notizia che la Procura sta indagando su oltre 1.250 persone per situazioni di degrado nel centro storico. Gli edifici classificati come “pericolanti e urgenti” sono 228, quelli “pericolanti” 329, quelli “degradati” 901. In totale 1.458 costruzioni. Tutti gli immobili a rischio sono distribuiti sui quattro mandamenti di Palazzo Reale, Monte di Pietà, Castellamare e Tribunale. Proprio la Vucciria, insieme al Capo, è uno dei quartieri più a rischio, come pure le zone a ridosso di via Maqueda (si pensi al Collegio San Rocco, altro collasso che avrebbe potuto mietere vittime), all’Albergheria e a Ballarò (dove resistono ancora ruderi dei bombardamenti della Seconda Guerra mondiale). E poi ancora l’ex convento della Magione, le sedi governative come Palazzo dei Normanni o Palazzo delle Aquile, fino alle Mura delle Cattive.
In questi anni il Comune è intervenuto più con ordinanze (161 in sei anni) e multe (fino a 5 mila euro) per imporre ai proprietari un intervento (in caso di omissione si rischia una denuncia penale) che con interventi strutturali. È vero che il numero totale degli immobili che avrebbero bisogno di un intervento è diminuito (adesso sono circa 1.300) ma a mancare sono come sempre i soldi. L’assessore comunale ai Lavori pubblici, Agata Bazzi, intende utilizzare alcuni fondi statali residuali per una decina di milioni di euro per avviare undici procedure di somma urgenza volte al recupero di aree e immobili del centro storico da destinare all’emergenza abitativa
 
. Mentre per quanto riguarda le scuole, come scritto anche ieri, l’amministrazione comunale ha siglato un contratto con la ditta De Giorgi per un importo complessivo di quasi 162 mila euro per la manutenzione ordinaria e messa in sicurezza degli edifici scolastici di proprietà comunale che si trovano nella zona Nord della città. Gli interventi previsti dal contratto dovrebbero partire nell’arco di un mese, subito dopo la nomina del direttore dei lavori. Gli istituti che rientrano nel piano operativo di sicurezza sono Almeyda, Capuana, Collodi, Ferrini, Garzilli, Gregorio Russo, Serpotta e Trinacria. Nello specifico i lavori riguardano il ripristino degli infissi, la realizzazione di opere in ferro (cancelli o ringhiere di protezione), la sostituzione di controsoffitti e la risoluzione di criticità legate a infiltrazioni d’acqua e impermeabilizzazione delle coperture.