Citiamo questi tre esempi di servitori dello Stato che agiscono con efficacia e in silenzio perché vorremmo che tutta l’altra parte della Pubblica amministrazione funzionasse alla stessa maniera e ottenesse gli stessi risultati che ottengono le Forze dell’Ordine. Le quali, non è che ricevano compensi superiori ai colleghi di altre branche amministrative, tutt’altro. Nonostante il loro merito, essi sono penalizzati perché altri, con minori responsabilità e in assenza di risultati, sono pagati di più, in qualche caso molto di più, e lavorano di meno.
L’iniquità dello Stato nei confronti di una parte di veri servitori e di un’altra parte di probabili parassiti è divenuta insopportabile. Non è più possibile che un alto ufficiale della Guardia di Finanza o un Questore o un Comandante dei Carabinieri guadagni molto meno di un commesso dell’Assemblea regionale o di un medio dipendente regionale. Non è più possibile che vengano assegnati stipendi, indennità e prebende di vario tipo senza collegarli tassativamente agli obiettivi da conseguire, verificati puntualmente in base ai risultati ottenuti.
Se una parte della Pa funziona e costa il giusto, non si vede perché tutta l’altra parte non debba adeguarsi a meccanismi virtuosi che tengano il filo fra servizi e compensi. Non ci si può più permettere di sprecare soldi che non ci sono, mentre il recupero delle risorse improduttive è indispensabile per mettere in moto l’economia e creare ricchezza imponibile e lavoro (non solo posti di lavoro).
Tutte le diatribe e i balletti della vecchia politica non hanno più dimora. I vecchi partiti stanno crollando sotto l’ariete del M5S, che avrà sempre più successo se quei cadaveri ambulanti continueranno a comportarsi come se nulla fosse.
Non si può, però, tacere la grande responsabilità che ha la Classe dirigente italiana sana, non quella collusa che corrompe e si fa corrompere. La Classe dirigente sana deve onorare la sua funzione sociale, che è quella di dare esempio di pulizia, trasparenza ed efficacia, non di alzare la voce contro chi non fa il proprio dovere.
Le parole sono ormai inutili: occorrono esempi e comportamenti che non hanno bisogno di propaganda e di dannosa comunicazione.