Regione: per i dirigenti c’è aria di riforme

PALERMO – Il “Caso Sicilia” approda sul tavolo dei coordinatori nazionali del Pdl (Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini) e sarà oggetto di un’apposita riunione a Roma nei prossimi giorni. La decisione è stata presa a seguito delle ratifiche dei coordinamenti delle regioni e la nostra è stata considerata un caso a parte, da affrontare con delicatezza. Si tratterà quindi di decidere se ratificare la scelta dei due attuali coordinatori Giuseppe Castiglione e Domenico Nania, oppure decidere per altri nomi.
La polemica appena scoppiata sul caso del Sindaco di Palermo  Cammarata ha accentuato la crisi politica che il Pdl siciliano sta attraversando. Al Comune di Palermo l’opposizione mira a far approvare una mozione di sfiducia al Sindaco che porterebbe alle elezioni anticipate. Ed è possibile che l’area dissidente del Pdl (che fa riferimento a Gianfranco Miccichè e a Dore Misuraca) insieme con il gruppo del Movimento per l’Autonomia possano appoggiare la mozione per far decadere l’attuale sindaco. Mancano però altri 5 voti per arrivare al quorum necessario di 33 (maggioranza qualificata pari al 66%). Il bacino da cui attingere sarà quello del gruppo Udc.
Proseguono intanto i lavori per la riforma della burocrazia in Sicilia secondo i programma di governo del Presidente Raffaele Lombardo (Mpa). A proposito del Dl sulla riforma dei dirigenti regionali che porta la firma dell’assessore alla Presidenza Gaetano Armao, ma non ancora varato dalla giunta, si registrano i primi equivoci. “Il Dl non prevede né il taglio di mille dirigenti regionali, né il ricorso alle baby-pensioni – ha detto Armao – l’eliminazione di un’anomalia tutta siciliana: la terza fascia dirigenziale che non trova riscontro nelle altre pubbliche amministrazioni del nostro Paese. E’ chiaro che chi non risulterà vincitore dei posti messi a concorso non verrà declassato ma utilizzato ad esaurimento in altre funzioni dirigenziali”. Le precisazioni sono arrivate a seguito di alcuni articoli pubblicati e che prevedevano il taglio di mille dirigenti dagli uffici della regione. Nel disegno di legge (fonte Ansa) è previsto il prepensionamento a 50 con 25 anni di anzianità per 7000 dipendenti.
 
Chi opterà per il prepensionamento dovrà accettare una  decurtazione dell’0,1 per cento per ogni mese che manca alla data naturale del pensionamento. La buonuscita verrebbe inoltre erogata in tre anni. Nella proposta dell’assessore è previsto pure che alla data  di entrata in vigore della legge chi abbia superato i cinque anni di lavoro a tempo determinato alla Regione passi “a domanda” a tempo indeterminato. Armao ha concluso dichiarando “che nessun dipendente regionale perderà il posto di lavoro. Chi opterà per il prepensionamento o deciderà di prestare servizio presso gli enti locali lo farà solo su base volontaria. L’allarmismo generalizzato mi sembra del tutto fuori luogo”.