La Classe dirigente meridionale non ha capito, o è stata indolente, il rapido cambiamento di tutti i meccanismi di crescita, la globalizzazione, la competitività che deve esserci, senza cui il territorio respinge piuttosto che attrarre.
Nel Sud vi sono due cancri che appesantiscono oltre ogni dire la situazione economico-sociale: la burocrazia inefficiente e corrotta e la criminalità organizzata, che impediscono le attività produttive.
Certo, una responsabilità è a carico di tutta la popolazione, spesso indolente e non disponibile a fare sacrifici. A fronte di questa parte negativa, però, ve n’è un’altra molto intelligente, acuta, che viene apprezzata soprattutto all’estero.
Proprio questo fenomeno depaupera il Mezzogiorno: la perdita dei propri talenti che, non trovando opportunità in casa propria, partono per quei Paesi ove, invece, ne vengono apprezzate le capacità e il merito.
Trasformare tutti i meccanismi anchilosati dell’economia in meccanismi dinamici, sciolti e oleati è uno dei punti programmatici di questo Governo. Ma anche su questo versante deve passare dai pronunciamenti alle azioni concrete.
Il Sud esiste. Altroché, ma i sudisti sono stati sudditi e continuano ad esserlo. Ci riferiamo a quelle centinaia di parlamentari che quando arrivano a Roma si dimenticano da chi sono stati eletti e non intervengono in un progetto equo di sviluppo nazionale, per attirare le risorse indispensabili a rendere competitivo tutto il Mezzogiorno.
La mentalità meridionale ha avuto la mano tesa per chiedere l’elemosina, anziché sviluppare la capacità di essere autosufficiente e utilizzare tutti i fondi europei e statali per le aree sottosviluppate: non distribuendoli in mille rivoli clientelari, che non creano sviluppo, bensì in selezionati filoni di infrastrutture e di modernizzazione che costituiscono i volani dell’economia.
Non si può pretendere che il Governo centrale intervenga nella realtà delle otto regioni meridionali. Occorre che siano i vertici delle Regioni e dei Capoluoghi più importanti a guidare il processo di sviluppo.
Peraltro, Regioni come la Puglia e la Basilicata sono quasi fuori dalla soglia del sottosviluppo. Serve che anche le altre sei crescano rapidamente.
Ciò può accadere soltanto se la Classe dirigente ritornerà, pentita, al proprio ruolo guida, mettendosi alla testa di un movimento di opinione che faccia risorgere il Sud, che esiste.