Pa siciliana bocciata in trasparenza, cosa c’è da nascondere?

L’Italia arranca nella realizzazione dell’amministrazione aperta e della trasparenza totale, ma la Sicilia è ancora più indietro, con grave pregiudizio per l’esercizio dei diritti di cittadinanza. Lo dice il primo rapporto sull’Open government in Sicilia, illustrato oggi al dipartimento Dems dell’università di Palermo.
 
Il gap si vedrebbe soprattutto nella pubblicazione delle informazioni sulle decisioni e sui costi degli organi politici (non sono pubblicati in rete, ad esempio, la gran parte dei provvedimenti degli organi del governo regionale, se non quelli pubblicati sulla Gurs) e negli enti e società partecipati.
 
Il rapporto evidenzia la sostanziale opacità delle informazioni, spesso risalenti o incomplete, lo scarso utilizzo degli open data, l’inesistente bidirezionalità. Gran parte delle prescrizioni della normativa sulla trasparenza totale risultano disattese, mentre, tranne alcune eccezioni, quando sono complete recano informazioni obsolete risalenti al 2012 o, addirittura, al 2011. Particolarmente allarmante la situazione delle società partecipate che si sottraggono per molti versi all’attuazione della normativa sulla trasparenza.