Aiuti finanziari all’energia, il primato spetta alle fonti fossili

CATANIA – Petrolio, gas e carbone ricevono finanziamenti da 5 a 19 volte più alti rispetto a quelli per le fonti rinnovabili. Un supporto enorme di cui le fonti fossili godono da decenni, a dispetto delle esternalità negative sul clima e sulla popolazione.
Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), che considera solo i sussidi al consumo, nel 2011, alle fonti fossili sono confluiti 523 miliardi di dollari, saliti a 544 nel 2012, contro i 104 miliardi destinati alle rinnovabili. Secondo l’Ocse che considera anche altre forme di supporto, solo nei 24 paesi membri, nel periodo 2005-2011 le fonti fossili hanno ricevuto una media di 75 miliardi di dollari l’anno.
Molto più alta è, invece, la stima del Fondo monetario internazionale (Fmi) che fissa, a livello mondiale, un aiuto pari a 1.900 miliardi di dollari l’anno. Gli aiuti pubblici alle fonti fossili, avverte il Fondo monetario internazionale in un report, pesano per un impressionante 8% delle entrate dei governi del mondo. Non solo ostacolano la transizione energetica, ritardando il momento in cui le energie rinnovabili saranno competitive senza incentivi; non solo aggravano il problema del riscaldamento globale e quello dell’inquinamento ambientale, ma gravano anche sul debito pubblico di molti Paesi con l’aberrazione che in alcune Nazioni si spende di più per sostenere le fonti fossili rispetto ai finanziamenti destinati all’istruzione e alla sanità, messe assieme.
In Italia, secondo Legambiente, finanziamo le fonti fossili di energia con circa 12 miliardi di euro l’anno. E poi ci sono anche altre stime che portano a un ventaglio di numeri, perché le modalità d’incentivazione sono spesso di difficile individuazione e molto intricate. Comunque sia, si tratta di finanziamenti impressionanti che dovrebbero sempre essere tenuti presenti da chi accusa le fonti rinnovabili di essere una sorta di buco nero dove confluiscono i quattrini. Aveva ragione Hermann Scheer, presidente dell’Associazione europea dei produttori di sistemi che sfruttano le energie rinnovabili, quando, qualche anno fa, scriveva che “perfino abolendo immediatamente tutti i sussidi e i privilegi concessi alle fonti fossili e al nucleare non sarebbero comunque garantiti gli stessi livelli di partenza nella competizione con le fonti rinnovabili".