Avi trent’anni ca’ facemu Autonomia, cioè tre decenni nei quali abbiamo ribadito, prima ogni settimana e poi ogni giorno, la necessità di svegliare l’orgoglio siciliano, partendo dal ribaltamento della falsa storia che ci hanno insegnato a scuola e appurando fatti e circostanze dell’Unità d’Italia, che hanno fortemente penalizzato la nostra Isola.
La grave responsabilità della classe dirigente siciliana, feudatari, politici, banchieri e via elencando, è stata quella di mettersi al servizio dei poteri piemontesi prima e di quelli romani dopo. Non estranea all’iniziativa di Cavour è stata la massoneria britannica, dal momento che l’isola di Albione aveva molti interessi in Sicilia con importanti famiglie di imprenditori.
La rilettura della storia sta facendo affiorare la verità, cioè l’annessione pura e semplice della Sicilia al novello Paese. Da questo fatto nacque l’anelito indipendentista dei nostri avi e da lì l’inserimento dello Statuto siciliano, senza alcuna correzione, nella Suprema Carta.
Fare autonomia significa mettere al primo posto i valori di merito e responsabilità nelle pubbliche amministrazioni regionale e locali, secondo i quali i bravi vanno avanti e guadagnano di più mentre fannuloni e condannati in via definitiva vengono licenziati, cosa che in atto non accade.
Avi trent’anni ca’ facemu autonomia quando altri non ne parlavano neanche, ma non vogliamo alcun merito di primogenitura. Ci accontentiamo di constatare che ormai la questione è diventata di interesse generale e che una buona parte del ceto politico si muove verso questo vecchio, ma nuovo indirizzo.
Dispiace che quello siciliano non faccia alcunché affinchè questo nuovo corso venga riportato nei diversi spazi delle televisoni nazionali ove dilagano direttori di quotidiani del Centro e del Nord, insieme a commentatori settentrionali.
Sarebbe opportuno che anche i direttori di quotidiani meridionali e commentatori isolani esprimessero, alla stessa maniera, il punto di vista di chi guarda l’Italia da Sud. Perché i siciliani non hanno l’anello al naso e sanno valutare gli eventi con equilibrio.