La Regione clientelare, per non dire altro, dei Cuffaro e dei Lombardo, e quella priva di progetti e di realizzazioni dell’attuale Presidente, ha creato 34 contenitori, cioè società partecipate nelle quali ha infilato circa novemila dipendenti, che non hanno mai superato alcun concorso. Sono stati assunti per chiamata diretta, sulla base presunta di raccomandazioni. Altri novemila, quindi, privilegiati perché raccomandati.
La denuncia di Confindustria Sicilia e del suo presidente Antonello Montante sui dirigenti compari è gravissima. Ma ancora più grave è quella della Cgil Sicilia e del suo segretario Michele Pagliaro, che nel congresso regionale del 25 marzo, ha puntato il dito sull’inconsistenza dell’azione dell’attuale giunta di governo e contro un’Assemblea regionale litigiosa che vola rasoterra.
Non si capisce come un Presidente inconcludente possa gestire la situazione finanziaria ed economica della Regione anche come assessore all’Economia. Infatti, fino ad oggi, dopo le dimissioni di Luca Bianchi, avvenute il 19 marzo, il Presidente della Regione non ha ritenuto di nominare un nuovo assessore, cui affidare la difficilissima delega.
Ecco su che cosa si dovrebbe concentrare l’attenzione delle Associazioni imprenditoriali, dei Sindacati, degli Ordini professionali, dei Club service, delle Associazioni di consumatori e ambientaliste e di tutte le altre parti della Classe dirigente. Dovrebbero mettere il Presidente con le spalle al muro, perché nomini assessore non un partitocrate, non un incompetente, bensì un grande professionista internazionale, nazionale o siciliano (quest’ultimo, ripetiamo, a costo zero).
Non crediamo che il Presidente sia capace di questa svolta, perciò non rimane altro che commissariare la Sicilia perché tecnicamente fallita, perché è inadempiente verso il sistema delle imprese non pagando i debiti portati dalle fatture, perché incapace di ribaltare la situazione comatosa e perché continua a contabilizzare cifre false.
In questo quadro, non comprendiamo il silenzio sul commissariamento di Cancelleri (M5S), Musumeci e D’Asero (opposizione). Gli conviene prolungare il caos?