La scorsa stagione turistica è stata la più florida degli ultimi dieci anni, perché gli operatori del ramo si sono rimboccati le maniche e hanno dimezzato i prezzi. I professionisti hanno tagliato i propri emolumenti, gli imprenditori hanno lavorato in pareggio senza utile, ma anche senza perdita.
L’enorme esercito di dipendenti pubblici è stato assottigliato di ben 25 mila unità e a quelli rimasti al lavoro è stato ridotto lo stipendio del 30 per cento. Nessun pezzo della società greca è stato risparmiato dalla crisi.
Anche i risparmiatori hanno visto falcidiati i propri soldi, perché il valore dei bond greci è stato ridotto di tre quarti. Il relativo danno è stato sopportato anche dagli investitori stranieri, che avevano inopinatamente acquistato tali bond.
Si dirà che l’Italia non è nelle condizioni della Grecia. Dubitiamo di questa opinione. Se qui non si passa dal governo dei privilegiati a quello dei cittadini, la situazione non potrà cambiare.
Bene fa Renzi a rivolgersi direttamente a essi, tagliando fuori le cinghie di trasmissione e le corporazioni, che fanno di tutto per conservare i loro privilegi, lavorando sotto traccia per impedire le riforme strutturali di cui ha urgente bisogno il nostro Paese. Senza di esse non si va da nessuna parte.
Nel nostro Paese c’è bisogno di una burocrazia snella, motivata, efficiente e organizzata. Una burocrazia al servizio dei cittadini, che porti la propria voce presso le loro case, evitando di doversi recare negli uffici pubblici con resse, file e attese degne di altri tempi.
È ovvio che per riqualificare la burocrazia ci vuole un ceto politico altrettanto riqualificato, non solo meritevole ma anche onesto, che bandisca la corruzione da ogni ganglo pubblico e che insegua e punisca i corrotti.
Per selezionare un ceto politico così descritto, occorre che i cittadini ritornino a fare i cittadini, cioè scelgano con cognizione di causa chi li debba rappresentare a livello europeo, nazionale e locale, mettendo fuori gioco tutti quei candidati che non hanno saputo onorare il proprio incarico e tanti altri, neofiti, inconcludenti e incapaci, perché non hanno alcuna preparazione.
Il ceto politico, cioè il legislatore, deve semplificare le procedure, riducendo all’osso i tempi necessari per l’emissione dei provvedimenti richiesti, da intendersi approvati se non negati entro 30 giorni.