Gli scienziati hanno tentato di spiegare perché il 75 percento non viene utilizzato e, altra spiegazione, come fare per allargare il campo oltre il 25 percento. Certo, vi sono i geni che hanno un coefficiente di intelligenza (Q.I.) nettamente superiore alla media, ma non fanno testo. Quello che conta è il tasso di utilizzazione del cervello nelle persone normali, quelle che fanno andare avanti il mondo.
Scuola e università avrebbero il compito di fare crescere la nostra mente, allargando l’orizzonte e facendo vedere il più lontano possibile. Ma questa funzione è asfittica, tanto che vi è una ignoranza di ritorno che si allarga sempre di più. Perché? Perché la gente non ha fame di sapere, ma fame di tante cose materiali che soddisfano sul momento ma non danno serenità allo Spirito ed al nostro vivere.
Saperne di più, ogni momento, o utilizzando ogni nostra potenzialità, dovrebbe essere un imperativo per ogni persona. Ma così non è. l’ignoranza diffusa consente ai furbi e ai prepotenti di gestire la Cosa pubblica secondo i propri interessi e non secondo quelli generali. Ecco dov’è la patologia della nostra società.
Sento tanta gente che dice non mi danno lavoro. È una posizione perdente. Nessuno deve dare lavoro e nessuno lo deve ricevere, ma ognuno di noi, se è persona umana degna di questa definizione deve avere in sè il motore per creare lavoro e non deve essere succube di nessuno.
Solo se c’è la consapevolezza della nostra autonomia, della nostra capacità di fare e di realizzare, possiamo conseguire meglio l’equilibrio e la serenità cui prima si accennava.
Perché non esiste il limite mentale, mentre c’è quello fisico? È il nostro corpo che muore, lo Spirito ritorna nel mondo dell’energia che non ha tempo e non ha spazio, e neanche limiti.
Vivere costantemente connessi col mondo dell’energia, in cui il nostro Spirito può vagare continuamente, significa vedere da un’altra prospettiva la vita di tutti i giorni e questa Umanità, nella quale esistono immensi squilibri dovuti proprio all’ottusità di tanti governanti.
Bisogna riflettere molto sulla connessione fra vita fisica e vita energetica. Più si riflette e più si conosce. Più si conosce e più si vive.