PALERMO – Gli effetti dell’impugnativa del commissario dello Stato su due articoli della legge sull’amianto, approvata a fine marzo all’Ars, hanno scatenato un putiferio di dichiarazioni e titoli urlati sui media regionali. Nessuno sconvolgimento, in realtà, è il messaggio che lanciano gli artefici della normativa perché l’ossatura è rimasta sostanzialmente intonsa. Meno cauto l’Ona, l’osservatorio nazionale amianto, già protagonista col deputato Pippo Gianni della definizione della legge, che ha reagito preannunciando azione legale di responsabilità.
L’impianto è salvo “La legge sull’amianto è salva, nonostante l’impugnativa del commissario dello Stato”. Lo ha detto il deputato regionale Pippo Gianni, promotore del disegno di legge, approvato nei giorni scorsi dall’Ars. “Obiettivamente il commissario non poteva non eliminare la norma sul regime sanzionatorio per i comuni, introdotta con un emendamento dal M5s”. L’altro articolo cassato è quello sul contributo di 200 mila euro alle famiglie per l’assistenza dei propri malati. “Quando si chiuderà la partita sul debito sanitario riproporrò la norma”, annuncia Gianni. Che ha spiegato: “L’idea della legge sull’amianto nasce dall’incontro con la morte, quando da medico mi sono imbattuto con un numero enorme dei dipendenti dell’Eternit di Priolo, ammalati di mesotelioma”. Anche per il presidente della commissione Sanità, Giuseppe Digiacomo, “l’impianto fondamentale della legge è stato perfettamente mantenuto non è il caso di lanciare allarmi che sono assolutamente privi di fondamento. Anche senza le parti impugnate resta il fatto che la Sicilia ha finalmente una legge per la tutela della salute dai rischi derivanti dall’amianto”.
Contrattacco Ona Meno pacato è stato, invece, Ezio Bonanni, presidente nazionale dell’osservatorio amianto (Ona), che ha battuto un comunicato di fuoco. “Il Governo Renzi – si legge nel comunicato – tenta di bloccare la legge amianto varata dall’Assemblea regionale siciliana che aveva recepito le proposte dell’Ona Onlus, che preannuncia ricorso davanti la Corte Costituzionale a difesa della legge e dei lavoratori e cittadini siciliani e preannuncia un’azione legale nei confronti dello Stato e di tutti i responsabili”. I rilievi del commissario hanno riguardato l’articolo 7, in violazione dell’articolo 117 della Costituzione, perché non rispetterebbe “il principio di contenimento della spesa pubblica sanitaria, quale principio di coordinamento della finanza pubblica”. Per l’articolo 13, l’altro cassato, il commissario segnala che è in contrasto con l’articolo 23 della Costituzione perché non prevede “né espressamente, né indirettamente, i titolari del potere sanzionatorio e quindi l’autorità competente ad erogare la sanzione e a verificare la violazione dell’obbligo”. “Violazione che non sussiste, – si legge nel comunicato dell’Ona- come emergerà sicuramente innanzi la Corte Costituzionale”.
Lavoratori danneggiati In particolare “questa decisione governativa – precisano dall’Ona – va a discapito dei lavoratori esposti e vittime dell’amianto, in particolare della Regione siciliana, che il Governo nazionale vede come una sorta di colonia, penalizzando anche le iniziative virtuose, come quelle assunte dall’Assemblea regionale siciliana, che ha trasformato in legge il programma e le finalità dell’Osservatorio Nazionale Amianto”. Non si ferma l’impegno dell’Osservatorio Nazionale Amianto in Sicilia. Bonanni è pronto a dare ancora battaglia.”Sarà quindi opportuna un’azione di risarcimento dei danni nei confronti dello Stato Italiano in quanto lo stop alla sorveglianza sanitaria e alla prevenzione primaria che consegue al modus operandi del Governo danneggia, oltre che la collettività, anche i singoli, esposti e vittime dell’amianto e loro familiari”.