PALERMO – Uno degli ultimi supermanager sbarcati alla Regione, Robert Leonardi, lo aveva detto: “Stop alle eccessive polverizzazioni dei finanziamenti”. Evidentemente la sua è stata semplicemente una voce nel deserto perché oggi il governo siciliano rischia ancora una volta di ricommettere lo stesso errore: si pensa soprattutto a garantire la Fiat di Termini Imerese e altre grandi realtà industriali che oramai da troppo tempo “minacciano” di abbandonare la Sicilia se non sostenute negli investimenti dalla parte pubblica.
In realtà però le istituzioni siciliane sono tenute in scacco da una realtà produttiva soltanto marginale e sono le statistiche che parlano: il 95 per cento del tessuto produttivo siciliano è composto da piccole e medie imprese. Ed allora perché tutelare quelle realtà che non incidono con efficacia nel mondo del lavoro siciliano? Se lo chiede la Confcommercio Sicilia che esce allo scoperto con decisione dopo avere assistito a questo balletto di dichiarazioni del governo dell’Isola che sta pensando a garantire investimenti alle grandi industrie. In realtà però sarebbe come dare un pannicello caldo a chi invece ha una broncopolmonite.
Ma intanto sembra essere quello che si prefigura nello scenario economico-produttivo siciliano: “La Regione continui a puntare sui comparti produttivi che rappresentano il cuore pulsante dell’economia siciliana” sostiene Confcommercio Sicilia in un documento sottoscritto a Palermo dalla Giunta presieduta dal presidente Pietro Agen. Partendo da un’analisi della grave crisi nazionale e internazionale e dalla necessità di contenere la spesa e concentrare le risorse, Confcommercio chiede al presidente della Regione e alla sua Giunta di non perdere di vista gli obiettivi della propria azione di Governo. “Un investimento nei settori del Commercio, dei Servizi alla persona o alle imprese, o del Turismo ha un effetto moltiplicatore da uno a sette. Questo non avviene in altri settori; così come un piano di investimenti finalizzati alla riconversione, ristrutturazione e adeguamento degli edifici pubblici della Regione costituirebbe un volano di risorse e di investimenti per l’indotto”, sono le priorità sostenute dallo stesso leader della Confcommercio.
L’organizzazione di categoria preferisce mettere da parte le dichiarazioni di circostanza: in questi momenti di crisi è facile cadere nella retorica. Preferisce quindi restare con i piedi per terra e guardare le cose concretamente: “Pur condividendo l’opportunità di dare impulso all’economia siciliana in tutti i suoi comparti produttivi, con una pluralità di interventi che diano linfa al sistema economico nel suo complesso – si legge ancora nel documento – la Regione non perda di vista la necessità di concentrare le risorse, che siano provenienti dai fondi Fas, o del Po-Fesr, su quelle realtà imprenditoriali necessariamente territoriali e che non possono essere delocalizzate, quali sono quelle turistiche”. Il riferimento appare chiaro: Fiat e grandi industrie possono aspettare, le priorità oggi sono ben altre.
Grandi imprese. Sul piatto 250 milioni di euro per Termini Imerese
La strada da seguire non è sicuramente quella di foraggiare la grande impresa o l’industria. Lo dice la storia, ricorda sempre la Confcommercio siciliana: “Non riteniamo condivisibili – scrive ancora l’organizzazione di categoria – azioni di sostegno o di compartecipazione ad iniziative della grande impresa che negli anni si sono rivelate fallimentari e che continueranno ad esserlo, malgrado gli aiuti, illudendo ancor più i lavoratori”. Il tutto però è condito da un pieno appoggio agli ammortizzatori sociali ed altri strumenti di tutela del reddito e di incentivi all’occupazione. Però sembra proprio che questa posizione assunta da Confcommercio non sarà seguita dalla Regione.
Infatti il Presidente Raffaele Lombardo ha chiaramente fatto intendere che si protenderà verso un sostegno economico sostanzioso ad esempio alla Fiat di Termini Imerese in profonda crisi. Il governatore ha ribadito che “in sede di confronto nazionale con la Fiat chiederà chiarezza sugli obiettivi produttivi che l’azienda coltiva in Sicilia. “Saremo determinati a pretendere il rispetto degli impegni assunti dalla Fiat nel contratto di programma – ha sottolineato – e, allo stesso tempo, confermeremo i nostri impegni per il completamento delle infrastrutture dell’area di Termini Imerese”. Inevitabile che la grande industria torinese garantirà il suo impegno: e la Regione sarà così pronta sborsare 250 mln €.