Le banche hanno anche ragione quando debbono valutare i bilanci delle imprese siciliane redatti in maniera maccheronica e sommaria, così da generare confusione e non fare evidenziare con chiarezza le linee di demarcazione fra l’imprenditore e l’impresa. I bilanci così redatti nascondono di solito evasione e creazione di nero, di cui spesso le banche sono a conoscenza.
Questo complesso di motivi porta a tenere stretti i cordoni della borsa degli affidamenti. A torto o a ragione. Però, un torto, le banche che operano in Sicilia ce l’hanno sicuramente. Riguarda l’incapacità di valutare l’impresa in relazione al mercato, in funzione della sua potenzialità. E poi, in un mercato asfittico come questo, le banche dovrebbero collegare gli imprenditori siciliani con quelli del Nord Africa, del Nord Italia e dell’Europa, per agganciarli a treni dello sviluppo che qui non ci sono.
Nel complesso, dalle inchieste che andiamo facendo, possiamo affermare che le pochissime banche siciliane sono ben solide ed hanno subìto pochi danni dalla crisi finanziaria statunitense. Ancor più è affidata loro la responsabilità di muovere l’economia isolana, senza trincerarsi dietro una prudenza eccessiva, anch’essa dannosa.
Gli istituti del Nord che acquisendo le banche siciliane hanno di fatto colonizzato il credito, non dimostrano di voler intervenire per diminuire il divario, ma si limitano all’esistente, contenendo al minimo il finanziamento di nuove iniziative. Meno che mai agiscono con interventi nel capitale di rischio delle imprese, giustificandosi che gli interventi sarebbero talmente di piccola dimensione da non risultare convenienti.
Il punto è proprio questo: vi è una convenienza dell’oggi e una del domani. Può darsi che oggi non vi sia convenienza ad effettuare una operazione, ma se essa ha presupposti nel raggiungere ottimi risultati deve essere sostenuta.
Sarebbe interessante se il Governo regionale, in persona del suo Presidente, riunisse i banchieri siciliani e i responsabili regionali delle banche nazionali per sentire da loro le linee di azione, le iniziative e l’ammontare delle risorse disponibili per investimenti in Sicilia. Poi, collegare questo dato con le richieste di investitori anche stranieri.