Vi è anche in stipula la convenzione per progettare e costruire la Tav light fra Messina, Catania e Palermo. Ovviamente le due infrastrutture saranno inaugurate forse tra 10 anni e anche più. Quando, ove mai diventassero operative, vorremmo sapere come esse si potrebbero collegare, non coprendo i 3 km dello Stretto di Messina.
Abbiamo posto il quesito al presidente di Rfi, Dario Lo Bosco, il quale ci ha dato una riposta debole: “Potenziando e velocizzando il traffico navale”. La risposta è debole perché non c’è alcun paragone tra le circa 2 ore occorrenti per attraversare i 3 km di mare e i 3 minuti necessari se fosse realizzato il Ponte sullo Stretto.
Ricordiamo che il corridoio europeo uno Helsinki-La Valletta, prevede che si realizzino tutti i manufatti necessari per rendere scorrevole il trasporto di persone e cose.
Non appena conosceremo i nomi dei dieci eurodeputati siculo calabresi, li riuniremo per iniziare un’attività nei confronti del prossimo Commissario europeo alle Infrastrutture, per capire bene se questa volontà espressa in decenni di coprire lo Stretto di Messina col Ponte, possa essere ulteriormente rinviata. Un comportamento deprecabile.
È proprio il Sud che può diventare la molla per far crescere molto il Pil nazionale. Qui bisogna fare investimenti utilizzando totalmente i finanziamenti europei e affidando ai privati la costruzione delle infrastrutture necessarie; privati che sono ben dotati di finanza di progetto.
Attivare i cantieri in tutto il Sud e in Sicilia, nonché in Sardegna, significa mettere in moto migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Il tutto con risorse pubbliche limitate a un quinto del fabbisogno.
Per farlo, occorre capacità politica nel prendere decisioni rapide e capacità burocratica nel rilasciare concessioni e autorizzazioni, se non negate, in non oltre 30 giorni.
Perché la Tav sì e il Ponte no? Si tratta della solita discriminazione? Renzi ci rifletta e dia una risposta. Ce lo aspettiamo.
Se invece volesse continuare a tacere sul Ponte e su tutte le infrastrutture indispensabili al decollo del Sud, capiremmo che su questo versante nulla è cambiato. La conservazione avrebbe vinto ancora.