Al Comune di Catania lavorano attualmente 3.143 dipendenti, più 192 del bacino del precariato (fonte: Comune, aprile 2014). Secondo le previsioni, la dotazione organica completa (pianta organica) dovrebbe un giorno raggiungere le 3.795 unità. Nella situazione di crisi finanziaria che l’ente attraversa ormai da alcuni anni, non sembra tuttavia facile prevedere assunzioni in così grandi quantità. E in fondo i criteri di risparmio sulla spesa pubblica impongono di trovare già adesso soluzioni alternative, per garantire ugualmente i servizi ai cittadini ma senza gravare ulteriormente sul bilancio comunale.
La soluzione c’è e si chiama mobilità interna. È stata già applicata nel 2008 fa con l’istituzione dei 40 “ausiliari del traffico” di cui si scriveva prima: dipendenti comunali che volontariamente si prestano a cambiare la propria mansione, a seguire uno specifico percorso di formazione e affiancamento professionale organizzato dallo stesso ente e ad assumere così, all’occorrenza, funzioni diverse da quelle per le quali avevano vinto il concorso. Questo può valere per i vigili urbani e per gli autisti dell’Amt, così come per altre qualifiche, naturalmente entro i limiti che la legge prevede.
Il sindaco Bianco dovrebbe avviare una profonda ricognizione del personale dell’ente, rilevando quali sono i settori che abbisognano di determinate competenze e quali quelli dove invece il personale è in esubero per quantità o inadeguato per qualità. Una radicale riorganizzazione della macchina amministrativa, attraverso il Piano aziendale, deve prevedere una riconversione dei dipendenti da far migrare da un settore all’altro così che si coniughino le esigenze dell’apparato burocratico con la disponibilità del personale.
Ridisegnare gli uffici con raziocinio, puntando ad aumentare l’efficienza e ad abbattere gli sprechi. Anche quelli di inutili e anacronistici nuovi concorsini o concorsoni. Ce lo aspettiamo, da un’amministrazione che vuol essere moderna.