Copyright sul web: Agcom promossa “giudice” violazioni

CATANIA – Proteggere il Copyright sul web è la mission impossibile che gli Stati, con esiti diversi, si pongono dinnanzi da diversi anni a questa parte. La lotta ai “pirati informatici”, in Italia, riparte da un nuovo regolamento entrato in vigore il 31 marzo scorso.
 
La novità introdotta è di portata storica: l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) assurge al ruolo di “giudice” in caso di violazione del diritto d’autore; l’autorità potrà intimare agli Internet Provider di rimuovere contenuti illegali in rete. Tale azione era prima prerogativa esclusiva dei magistrati. È stato contestualmente attivato il sito www.ddaonline.it; qui i “titolari dei diritti, le associazioni di settore e le società di gestione collettiva possono inviare un’istanza all’Autorità, compilando un apposito modulo, per chiedere la rimozione delle opere digitali diffuse in violazione dei diritti d’autore o dei diritti connessi, sia online che sui mezzi radiotelevisivi”.
 
L’Agcom non potrà agire di sua iniziativa, ma unicamente a seguito di una denuncia da parte del detentore del diritto. In questo modo dovrebbe essere scongiurato il pericolo che i provider debbano agire come degli sceriffi della rete. In seguito alla denuncia, però, la stessa Autorità si rivolgerà ai provider, i quali dovranno indicare gli uploader e i gestori della pagina e del sito. Questi poi potranno rimuovere i contenuti o appellarsi per difendere le propri posizioni. Questo procedimento non potrà durare più di 35 giorni lavorativi, 12 in caso di rito abbreviato. Le conseguenze potranno essere la rimozione selettiva o addirittura la disabilitazione completa dell’accesso al sito in caso di violazioni particolarmente gravi o di siti residenti all’estero.
L’Agcom, fa sapere sul sito, punta alla rapidità e alla “promozione della cultura della legalità e una fruizione consapevole delle opere digitali”.
Dura la posizione di Altroconsumo, Movimento Difesa del Cittadino, Assoprovider e Assintel che hanno presentato un ricorso al Tar Lazio per chiedere l’annullamento del provvedimento adottato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sul diritto d’autore dichiarando: “La procedura dell’Autorità è ingiusta: un esercizio di repressione sul web che non prevede alcun ricorso alla Magistratura come prescrive invece il nostro Ordinamento e la nostra Costituzione”. Le prerogative per adottare una riforma del diritto d’autore sono invece del Parlamento, che deve essere coinvolto nel dibattito, affermano. Si preannuncia un’aspra battaglia; gli interessi in campo sono altissimi e stavolta entra in gioco anche la (ri)definizione del ruolo stesso di giudice e di garante.