Sono stati cancellati 802 mila posti di lavoro e la disoccupazione è passata dal 6,1% del 2007 al 12,2% del 2013, livello più alto dal Dopoguerra.
Il debito pubblico ha toccato il 132,6% del Pil ed è previsto un suo aumento, per il 2014, fino al 134,9%. Per contrastare questi dati negativi, il Def prevede un rilancio di consumi ed investimenti, il miglioramento della competitività del sistema produttivo mediante l’abbattimento drastico delle imposte e l’aumento della produttività. Anche il tasso di disoccupazione aumenterà, nel 2014, fino al 12,8%.
Il pareggio di bilancio viene rinviato al 2016 per consentire di utilizzare risorse per investimenti, tagliando contemporaneamente la spesa corrente.
Dalla relazione non si evince la scommessa tra Matteo Renzi e Bruno Vespa, relativa al pagamento di 68 mld € di debiti entro il 21 settembre di quest’anno, giorno di San Matteo. L’impegno fu preso dal presidente del Consiglio nella trasmissione Porta a Porta del 12 marzo. Staremo a vedere chi vincerà, se Renzi o Vespa. Se perde quest’ultimo, e noi ce lo auguriamo, Vespa dovrà percorrere a piedi da Firenze a Monte Senario.
Il Pnr (Programma nazionale di riforme) indica nella tempistica di attuazione un modo per realizzare le riforme senza il freno dei conservatori.
È previsto un risparmio della spesa per 4,5 mld € nel 2014, di 17 nel 2015 e 32 nel 2016. A questo riguardo vogliamo rammentare agli attenti lettori che la spesa pubblica era di 501 mld € quando l’euro entrò in vigore (1 gennaio 2002), mentre nell’anno appena chiuso ha superato gli 800 mld €.
Secondo il Def 2014, il taglio chirurgico della spesa pubblica dovrà intervenire dove ci sono sacche di diseconomie e inefficienze, in modo da liberare risorse e spazi per la politica economica.
Il Pnr illustra le riforme che dovranno essere introdotte nel semestre europeo a guida italiana, più volte riportate anche su queste colonne. In Europa si può avere credibilità solo se vengono rimessi i conti in ordine, se viene tagliata la spesa improduttiva e clientelare, se si attuano piani di investimento produttivo, se si aprono i cantieri per le opere di riassetto idrogeologico del territorio e antisismico degli immobili.
La lotta all’evasione fiscale dovrebbe portare in cassa 15 e non più 13 mld € come nel 2013.