CATANIA – Droni da combattimento, droni per lo spionaggio, droni per la ricerca, droni per la consegna a domicilio dei pacchi postali. Ne abbiamo sentite di tutti i colori in questi ultimi anni e la corsa all’hi-tech di ultima generazione non cessa di coinvolgere e appassionare milioni di persone in tutto il mondo. Parliamo degli aeromobili a pilotaggio remoto o Apr, comunemente noti come droni. Velivoli che possono raggiungere fino a 150 Kg o stare comodamente sul palmo di una mano. Controllati anche da un computer o uno smartphone possono essere comodamente pilotati “da terra” e possono raggiungere distanze e altezze notevoli.
Fino a qualche anno fa considerati appannaggio di militari, spie e uomini facoltosi (a metà tra realtà e fantascienza) oggi il mercato mette in commercio una fetta di aeromobili alla portata di tutte le tasche. Per dirne una, a Palermo i droni controllano l’alta tensione, altri sono stati utilizzati per la lotta all’abusivismo o per cercare bambini scomparsi. Un mercato potenzialmente molto ampio: un “cielo trafficato” potrebbe essere più vicino di quanto si pensi. L’Italia non si fa trovare impreparata e di fronte al nuovo che avanza vara un regolamento, da ieri in vigore, per la guida degli aeromobili. La novità principale consiste nel fatto che per “pilotarli” servirà un patentino.
Il nuovo Regolamento sui mezzi aeromobili a pilotaggio remoto, messo a punto dall’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac), distingue due tipologie di velivoli radiocomandati: quelli dedicati a scopi ricreativi e sportivi (denominati “aeromodelli”) e quelli per attività professionali e lavorative (gli Apr, appunto). Il Regolamento prevede, tra l’altro, che il pilota di Apr debba essere maggiorenne, debba frequentare un corso di addestramento (ottenendo una sorta di “patentino”) e che il drone sia assicurato.
Le aziende impegnate oggi in Italia nel settore degli APR sono circa 300-400, anche se il loro numero continua a crescere sull’onda del boom mondiale per questi velivoli radiocomandati. Difficile stimare il numero dei droni che volano attualmente nel nostro Paese: probabilmente sono già 400-500, soprattutto ad ala rotante ma anche ad ala fissa, da quelli più piccoli fino a macchine molto costose e complesse; fuori dal regolamento Enac quelli che pesano più di 150 chili. Tra 25-150 chili sarà necessaria l’autorizzazione per il volo. Sotto i 25 chili solo patente e assicurazione; quota massima d’altezza raggiungibile: 70 metri per non intralciare il traffico aereo. Per chi vuole iniziare a divertirsi con piccoli gioiellini hi-tech, nei volantini delle più importanti catene di elettronica i prezzi vanno dai 70 ai 300 euro per i modelli basi. Programmate gli smartphone, si decolla.