Bertrand Russel, nel suo volume citato, pubblicato nel 1935, ci parla degli agricoltori americani e, vedi caso, li paragona con quelli siciliani. Dice: in California gli alberi sono tutti uguali, ben tenuti e piantati a distanza regolare. I frutti assumono diverse dimensioni, ma una macchina li suddivide e poi vengono messi in frigorifero. Sulla loro buccia è stampata la parola Sunkissed (baciato dal sole). Il clima è artificiale, quando c’è gelo l’aranceto è scaldato con cortine di fumo. I contadini non si sentono servi delle forze naturali, ma padroni capaci di dominare le forze della Natura. Gli aranceti siciliani sono lontani dalle stazioni ferroviarie e dai porti; gli alberi sono belli ma vecchi; i metodi di coltivazione sono quelli dell’antichità; gli uomini sono ignoranti, discendenti bastardi di schiavi romani e invasori arabi.
Sono passati ottant’anni e la situazione è profondamente diversa. Che c’entra questo argomento con l’ozio? C’entra, perchè esso costituisce il contraltare dell’attività, la fase in cui pensare e riflettere per mettere ordine nelle proprie idee, per progettare ed innovare. Ecco perchè vi sono popoli progrediti ed altri che vivono in condizioni pessime.
La persona umana quasi mai ha la contezza dei propria limiti e agisce come se dovesse essere immortale. In effetti, immortale è lo Spirito, ma il corpo cessa per alimentare la trasformazione delle sostanze organiche. Per questo è utile vivere ogni momento con la massima intensità, ma anche con ottimismo. Soprattutto quando ci colpiscono malattie gravi o altre sciagure.
Il tentativo da parte nostra deve essere quello di fare il massimo che è in nostro potere, senza risparmiarci e, soprattutto, senza scaricare sugli altri le nostre eventuali défaillances. Essere sé stessi, non tradire gli eterni principi morali, ragionare e operare con il senso della collettività, soprattutto nei confronti degli anziani e di coloro che hanno bisogno.
Ecco ancora a cosa serve l’ozio. Se non abbiamo chiare le idee del rapporto fra la vita e la sua cessazione, e l’alternarsi dei periodi buoni con quelli cattivi, non siamo in condizione di capire, decidere e agire.
Lavorare è indispensabile. bisogna farlo nel modo migliore possibile senza dimenticare i cicli biologici dei meccanismi in base ai quali gli esseri viventi conducono la loro vita.