PALERMO – La commissione Bilancio dell’Ars, questa settimana, ha convocato Rita Arrigoni, presidente delle Sezioni Riunite in sede di controllo della Corte dei Conti, in merito al Documento di Programmazione Economico-finanziaria 2010-2013.
Nella sua relazione la presidente delle Sezioni riunite solleva non pochi dubbi, giustificati in parte dal sempre più marcato deterioramento della finanza pubblica, ed una preoccupante crescita della spesa. Una condizione che impone da parte della magistratura contabile il contenimento della spesa pubblica. Un obiettivo che risuona più come una scommessa lanciata alla classe dirigente, viste le diverse criticità che costringono la spesa pubblica.
Non si sottrae a tale responsabilità la spesa sanitaria. In riferimento alla questione, Licia Centro, referendario della Corte dei Conti, intervenuta nel corso dell’audizione, ricorda che “già in sede di giudizio di parifica, le Sezioni Riunite avevano evidenziato che gli effetti economici non sono stati effettivamente quelli previsti, soprattutto con riferimento ad alcuni profili di criticità, quali la spesa per il personale e la spesa farmaceutica, relativamente alla quale si sono sforati i tetti di spesa previsti a livello nazionale e su cui il Documento di programmazione si limita a prevedere un’attività di monitoraggio che, invero, dovrebbe estrinsecarsi nell’adozione di provvedimenti maggiormente incisivi”.
L’osservazione non nega il parere positivo in riferimento alla riforma sanitaria applicata attraverso la L.R. 5/2009. La relazione, infatti, evidenzia come gli obiettivi che il piano di rientro si propone siano ambiziosi. Una definizione che non converge con l’immediatezza dei propositi. Più plausibile ritenerli attesi, con una stima di risparmi da realizzare nel triennio. I dati attuali, rilevano, alla voce personale, un’incidenza percentuale sui costi complessivi della sanità regionale pari a 39,8% nel 2008, e una crescita percentuale del 6,25% rispetto al 2007.
Per quanto riguarda la spesa farmaceutica, si legge nella relazione, “l’implementazione dei controlli e l’analisi sulle esenzioni ticket, secondo il Dpef dovrebbero consentire di ridurre tale spesa entro i vincoli fissati a livello nazionale, (14% per la territoriale e 2,4% per la farmaceutica ospedaliera). Resta l’interrogativo legato ad una notevole distanza rispetto all’obbiettivo, riscontrata nei risultati 2008, con uno scostamento del 3% rispetto al tetto complessivo del 16,4%”. Come si vede dalla tabella pubblicata a fianco, infatti, la Regione siciliana per la farmaceutica ha speso nel 2008 il 19,40 per cento del Fondo sanitario regionale, ovvero 1,8 miliardi anzicchè stare dentro il limite di 1,5 miliardi consentito dal tetto programmato del 16,4%.