Vi sono altre variabili in questo scenario, in cui Forza Italia potrebbe non solo non superare il 20% alle Europee, ma scendere al 15 e forse anche meno.
Se questo evento si verificasse, inizierebbe l’esodo di tanti forzisti che, come i topi, abbandonerebbero la nave che affonda. Non si può prevedere fin da oggi verso quali lidi tenterebbero di andare i topi (pardon, i forzisti), se verso il Ncd di Alfano o addirittura verso il Pd.
Più che previsioni, queste sono congetture, ma vanno fatte per orientare gli elettori, sottoporre al loro ragionamento fatti e relative proiezioni, far capire quanto sia importante il singolo voto, associato a quelli di parenti e conoscenti.
Per queste Europee non bisogna votare secondo simpatia o convenienza personale, ma con la consapevolezza del dovere di ogni cittadino di far pesare il proprio voto per il futuro dei giovani e del Paese.
Anche perché, come prima si scriveva, dall’esito di queste elezioni dipende la durata della legislatura (se si voterà in ottobre 2014 o in aprile 2015) oppure nel 2018.
Certo, vediamo Berlusconi un po’ fiacco, che tenta di comunicare argomenti vetusti in un armamentario non certo nuovo. Ed è proprio la mancanza d’innovazione e di progettualità la lacuna più grossa della sua campagna elettorale.
Lotta violenta contro la burocrazia, disse Renzi. Non vorremmo che fosse uno slogan. Essa è una malapianta che alligna nel tessuto sociale, impedisce qualunque innovazione e ostacola qualunque semplificazione. I mandarini, come quelli cinesi o come i sacerdoti egizi, pur di mantenere il loro potere vessano i cittadini, sui quali scaricano soverchierie di ogni genere.
La burocrazia fa più danni della criminalità organizzata, ormai è assodato. Però non bisogna sparare nel mucchio, perché fra dirigenti e dipendenti vi è una grandissima parte di persone perbene, di alta professionalità e consapevole di essere al servizio dei cittadini.
Occorre che il ceto politico li valorizzi, li metta nei posti di responsabilità, isolando nel contempo tutti gli altri non degni di percepire uno stipendio pagato, lo ricordiamo ancora, dai cittadini.
Dovrebbero ricordarsi sempre che essere dipendenti pubblici equivale a essere dipendenti degli italiani, che li hanno delegati a produrre servizi.
Non sembri fumoso il collegamento fra le prossime elezioni europee e il futuro dell’Italia. Esso si evidenzia in un processo logico che non lascia spazio a comportamenti colpevoli e omissivi.