Chi accende la partita Iva assume oneri, anche previdenziali, ed è consapevole dei rischi che corre, tenuto conto che il mantenimento proprio e della famiglia dipende dalla sua capacità di produrre ricavi superiori ai costi che sostiene.
Si dirà che nelle partite Iva si nasconde evasione fiscale e contributiva. Sarà vero, ma non è questo il principale filone dell’evasione che si annida nei grandi gruppi imprenditoriali, che sulle attività internazionali hanno possibilità di grosse evasioni.
Il Governo se n’è uscito con uno slogan: lotta alle false partite Iva, una vera stupidaggine. False partite Iva non ce ne sono, perché chi ne diviene titolare ha l’onere di tenere una contabilità, eventualmente semplificata se il suo volume d’affari è inferiore a 30 mila euro l’anno, deve pagare un consulente, la previdenza (con una soglia minima di 3 mila euro l’anno) ed è soggetto, come si scriveva, ai rischi del mercato.
Per crescere e incrementare la sua attività deve contare sulle proprie capacità, sull’organizzazione, sul lavoro intenso, anche con sacrificio, per conquistare clienti. In altre parole, può contare soltanto sui risultati.
Sarebbe bene che Governo, Regioni e Comuni facessero dei piani per lo sviluppo e la crescita dei titolari di partita Iva, altro che bastonarli.
Di massima, questo accade nel settore privato, ove le aziende devono avere i conti in ordine oppure falliscono. Ma è del tutto ignorato nel settore pubblico, ove i dirigenti percepiscono premi indipendentemente dai risultati e i dipendenti si recano sul posto di lavoro per trascorrere il tempo, anche loro indipendentemente dai risultati, tanto la retribuzione arriva puntualmente a fine mese.
Proprio questo rappresenta il buco della Pubblica amministrazione: chi non raggiunge i risultati prefissati non deve percepire lo stipendio, se non per una parte di sopravvivenza. Solo ripartendo la retribuzione a metà, fissa e variabile, ognuno sarebbe costretto a dare il massimo per non perdere la variabile.
Così funzionano le partite Iva, ove i titolari hanno la propria retribuzione interamente variabile, altro che parte fissa.
Avanti, dunque, con un forte sostegno alle partite Iva affinché si moltiplichino.