Messina – Buco di bilancio, 36 gli indagati per gli enormi sprechi comunali

Messina – Falso ideologico in atti pubblici. Questo il reato ipotizzato dalla Procura di Messina nell’inchiesta sul buco di bilancio di Palazzo Zanca. Avviate dal sostituto procuratore Antonio Carchietti, le indagini sono durate per mesi, prendendo in analisi documenti e atti amministrativi riguardanti i bilanci degli anni 2009, 2010 e 2011, ovvero quelli varati dalla Giunta Buzzanca. 36 in tutto gli indagati tra ex assessori, revisori dei conti, dirigenti e funzionari comunali. Per 18 di essi, notificati nei giorni scorsi gli avvisi di proroga delle indagini.
La decisione della Procura è stata presa anche alla luce della relazione prodotta dal consulente Vito Tatò, dirigente dei Servizi ispettivi di Finanza pubblica al ministero dell’Economia e delle Finanze, nominato a fine 2012. Da allora, questi ha spulciato, anche con l’ausilio di funzionari comunali, ogni documento contabile del periodo in questione, e non è escluso che dalle risultanze di questa attività l’inchiesta non si allarghi ancora.
Al momento le notifiche, che non corrispondono ad avvisi di garanzia, sono state inviate all’ex primo cittadino Giuseppe Buzzanca e a tutti gli esponenti della sua Giunta ad esclusione di Giovanni Ardizzone e Fortunato Romano. Non solo. Medesimi avvisi sono giunti ai componenti del Collegio dei revisori dei conti, all’ex ragioniere generale del Comune Ferdinando Coglitore e a diversi dirigenti degli uffici economici di Palazzo Zanca.
L’interesse della Procura è verificare se, negli anni in cui è venuto a crearsi l’enorme buco di bilancio che ha portato Messina al dissesto economico-finanziario, ci siano state responsabilità personali, attestazioni mendaci o omissioni, come sembrerebbero suggerire le durissime relazioni della Corte dei Conti sui consuntivi 2011 e 2012.
Insomma, per tutti coloro che speravamo che la procedura del Salva-Comuni (detta più propriamente Salva-Politici) potesse rappresentare un valido salvacondotto per tutti i rappresentanti dei partiti che con il loro operare non hanno arginato ma anzi hanno aggravato l’emorragia di spese e sprechi negli enti pubblici, una batosta in piena regola.
Ora la Procura ha il dovere di proseguire le indagini nel modo più serio e celere per appurare eventuali responsabilità personali.