Quindi, Sì ai respingimenti e Sì all’integrazione. Vale a dire che tutti gli immigrati regolari hanno il diritto di partecipare alla vita della Comunità esprimendo anche il voto amministrativo, seppur dopo un periodo di permanenza in Italia di cinque o dieci anni. Certo, devono anche dimostrare di conoscere discretamente l’italiano e un minimo delle regole costituzionali e civiche.
Anche se dobbiamo rilevare come esse non siano conosciute dalla maggioranza dei cittadini italiani: un grave demerito della scuola, deputata a dare i rudimenti minimi di convivenza civile ai giovani che la frequentano. Un punto di disdoro di tanti insegnanti che sono capaci di protestare, ma quando è il momento di esercitare nobilmente la loro professione, non sempre dimostrano di averne i requisiti.
La scuola è il motore della cultura e del civismo. I docenti non possono dimenticarlo, anche se quelli bravi sono pagati poco.
Il felice avviamento dei respingimenti, che, tradotto, significa evitare il lercio mercato di carne umana da parte di banditi, viene esercitato soprattutto in prossimità delle coste libiche, perché a detta di alcuni ministri tunisini, da noi interpellati personalmente, da quella terra nessuno parte. Chi prova a organizzare i barconi della morte viene messo subito in galera. Né barconi partono dall’Egitto, ove il regime di Hosni Mubarak ha fatto capire che quel Paese non consente questo tipo di disordine.
Respingimenti significa anche intercettare i barconi all’altezza di Malta o, comunque, in acque internazionali, prendere a bordo delle navi italiane i poveretti, rifocillarli, rimetterli in sesto e riaccompagnarli alle sponde d’origine.
L’Unione europea dei 27 Paesi non può lasciar soli i propri membri che si affacciano sul Mediterraneo e devono affrontare l’immigrazione clandestina. Però la Commissione e il Consiglio d’Europa hanno difficoltà a prendere in esame provvedimenti cui i partner del Mediterraneo dovrebbero attenersi.
L’Italia sta facendo pressione per ottenere una direttiva uguale per tutti, ma fino a oggi, né la sua politica estera, né i propri rappresentanti del Parlamento di Strasburgo hanno ottenuto qualche risultato. In attesa del quale è bene che i clandestini vengano ricondotti da dove sono partiti.