La grande fuga, in 100 mila via dall’Italia

ROMA – La crisi ha frenato gli immigrati, ha aumentato il numero di stranieri che se ne sono andati dall’Italia (+17,9%) e ha portato a un boom di italiani che hanno cercato fortuna all’estero. Nel 2012, fa sapere l’Istat, gli emigrati erano 68mila, il 36% in più del 2011, “il numero più alto in 10 anni”. Nel 2012 hanno lasciato il Paese oltre 26mila giovani tra i 15 e i 34 anni, 10mila in più rispetto al 2008. In tutto 94mila giovani negli ultimi 5 anni.Le difficoltà sul mercato del lavoro spingono a cercare nuove opportunità al di là dei confini dell’Italia: nel 2012 hanno lasciato il Paese oltre 26mila giovani tra i 15 e i 34 anni, 10mila in più rispetto al 2008. Istat spiega che negli ultimi cinque anni, si è trattato di quasi 100 mila giovani (94mila).
Nel 2013 sono 2 milioni le famiglie con almeno un 15-64enne, senza occupati e pensionati da lavoro, a cui si aggiunge un’altra area di disagio fatta da famiglie, composte da più persone ma rette solo da una pensione da lavoro. Sommando i gruppi emergono 3 milioni di famiglie che potrebbero essere in difficoltà, dove nessuno lavora.
Tra disoccupati e persone che vorrebbero lavorare in Italia si contano 6,3 milioni di senza posto. Nel 2013 ai 3 milioni 113mila di disoccupati si aggiungono 3 milioni 205mila forze lavoro potenziali, ovvero gli inattivi più vicini al mercato del lavoro. Si arriva così a oltre 6 milioni di individui che l’Istat nel Rapporto annuale definisce “potenzialmente impiegabili”. L’Istat fa anche sapere che aumentano gli scoraggiati (1 milione 427 mila). Guardando ai giovani, nel 2013 tra i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che né lavorano né studiano, i cosiddetti Neet, sono 2 milioni 435 mila, in aumento di 576mila rispetto al 2008.
 
Alzando l’asticella agli under35, l’Istat fa notare come nei 5 anni di crisi gli occupati in questa fascia d’età siano scesi di 1 milione 803 mila. E se “crescono gli occupati di 50 anni e più”, soprattutto per effetto dell’inasprimento dei requisiti di pensionabilità, tuttavia “crescono anche coloro che vorrebbero lavorare e non trovano lavoro”. Se infatti, spiega l’Istat, “si considera l’insieme di disoccupati e forze lavoro potenziali, sono oltre un milione le persone di 50 e più che vorrebbero lavorare ma non trovano una collocazione”.
L’Italia si conferma poi uno dei Paesi più vecchi al mondo. Con 151,4 persone over-65 ogni 100 giovani con meno di 15 anni, presenta uno degli indici di vecchiaia più alti al mondo. Tra i Paesi europei solo la Germania ha un valore più alto (158) mentre la media Ue28 è 116,6.