Ascoltare, valutare, scegliere, decidere, agire. Questa è la filiera che ogni bravo dirigente dovrebbe seguire, come fosse un binario rigido. Agire significa esercitare il potere, ma non quello arrogante e tornacontista, bensì il potere-dovere, cioé il dovere di assumere le responsabilità delle proprie decisioni in funzione delle quali si servono i cittadini.
È una questione di metodo (ricordiamo René Descartes, 1596-1650, con il suo celebre scritto Discours de la méthode). Esercitando lo stesso si risolvono le questioni di merito.
I dirigenti pubblici, di qualunque livello, devono risolvere i problemi, non eluderli, né rinviarli e neppure lasciarli nella putrida palude del menefreghismo, perché così facendo danneggiano i cittadini che hanno bisogno.
Il potere-dovere deve essere limpido e trasparente. Dei loro atti i dirigenti devono dar conto inserendo sui siti web degli Enti tutto ciò che fanno: i procedimenti, dall’istanza all’emissione del provvedimento amministrativo richiesto, stipendi e salari di tutto l’organico e, infine, gli ordinativi di acquisto e le rispettive fatture, anche relative ad una siringa o a una bic.
In questi sei anni di crisi, il Pil è precipitato di quasi dieci punti e, ancora, nel primo trimestre di quest’anno, è arretrato dello 0,1 per cento. La disoccupazione ha quasi raggiunto il tasso del 13 per cento, il debito pubblico è aumentato a 2.120 mld (marzo 2014).
I dati sono di un Paese in coma. Questo avviene mentre Irlanda, Portogallo e Spagna sono quasi fuori dalla crisi e, perfino la Grecia, dopo i grandi sacrifici imposti dalla Triade (Ue, Fmi, Bce), ha avuto l’esplosione del turismo nello scorso anno e tutte le attività sono di nuovo in forte crescita, tanto che il Governo ellenico è riuscito a piazzare sul mercato ben cinque miliardi di titoli di stato.
Il potere-dovere del ceto politico e di quello burocratico è di dare soluzioni a questa situazione drammatica, alla quale debbono concorrere tutte le parti della classe dirigente. Fra essa, i Club service che hanno fra i loro scopi quello di intervenire nella Cosa pubblica, immischiarsi e partecipare, come autorevolmente ha detto Papa Francesco.
Ognuno faccia la propria parte per adempiere al proprio dovere di cittadino.