Non crediamo che presidente e componenti della Giunta regionale, nonché presidente e consiglieri-deputati regionali siano stupidi. Tutt’altro. Ma continuano a fare resistenza passiva e non procedono a eliminare i privilegi non più tollerati dai siciliani.
Se sette su dieci degli elettori aventi diritto al voto hanno protestato in vario modo significa che il disgusto e l’indignazione sono sempre più estesi. Il gioco furbesco dei partitocrati siciliani, secondo i quali gli bastano i voti residui (tre su dieci), è destinato a crollare miseramente nel breve tempo, perché i siciliani che pagano le imposte e che lavorano duramente, non certo nella Pubblica amministrazione, gli lanceranno le monetine (ricordate Craxi?) o, peggio, le uova marce.
Ma siccome riteniamo che i responsabili prima elencati siano intelligenti, attendiamo ieri sera e non domani che procedano nel senso sopra indicato.
È necessario, ora e subito, reperire le risorse da immettere nella macchina economica, sia per le attività produttive private che per l’apertura del massimo numero di cantieri, tendenti a costruire le infrastrutture indispensabili alla Sicilia.
Per fare questa elementare manovra basta che presidente della Regione e assessori, consiglieri-deputati regionali, sindaci e assessori, burocrati regionali e comunali, emarginino il loglio, cioè disonesti, incompetenti e raccomandati, e gestiscano la Cosa pubblica con onestà, intelligenza e capacità.
Non solo i responsabili istituzionali, ma tutta la Classe dirigente siciliana deve avere un sussulto di responsabilità. Associazioni imprenditoriali, Ordini professionali, Sindacati, Sistema bancario regionale, si devono sentire coinvolti in questa operazione che riporti nella Pubblica amministrazione l’Ordinaria Amministrazione responsabile, oculata, che spinga le proprie capacità al massimo verso la crescita e lo sviluppo.
Con la Sicilia che brucia, la Pubblica amministrazione non è esente da responsabilità, e meno che mai quotidiani e televisioni regionali che hanno il compito di fotografare i disastri, prospettare soluzioni e indicare all’Opinione pubblica la strada maestra.