Il Daspo (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive) è conosciuto da tutti come la legge che impedisce a spettatori condannati di entrare negli stadi.
Anche nella Cosa pubblica occorre il Daspo con il compito di impedire a politicanti senzamestiere ed a burocrati disonesti di restare o approdare ancora nelle istituzioni e nella Cosa pubblica.
Si tratta di un provvedimento che dovrebbe essere formulato con decreto legge in modo da entrare in vigore immediatamente. Il Daspo non dovrebbe essere applicato solo nei confronti di chi è condannato in via definitiva, perché occorrerebbero dieci anni (tanta è la lunghezza media dei processi) per raggiungere tale obiettivo.
No, il Daspo dovrebbe agire come deterrente ed obbligare tutti coloro che da indagati diventano imputati, cioè sono rinviati a processo, a essere sospesi seppur temporaneamente da qualunque incarico politico e burocratico, salvo di immetterli nei loro posti, qualora risultassero innocenti, con relativo risarcimento.
La sospensione dagli incarichi in caso di imputazione processuale non viola il presupposto costituzionale che ogni cittadino si presume innocente fino a sentenza definitiva. La garanzia è indispensabile, la pulizia lo è ancor di più.
Se il Daspo fosse in vigore, trentuno dei novanta consiglieri-deputati regionali sarebbero sospesi, insieme a decine di dirigenti ed a centinaia (forse migliaia) di dipendenti regionali. Così come assessori comunali, dirigenti e dipendenti degli Enti locali si troverebbero a bagnomaria senza la possibilità di danneggiare la Cosa pubblica.
Daspo, dunque, urgente con applicazione istantanea. A mali estremi, estremi rimedi. I privilegiati e i corrotti premono perché tutto resti com’è, in quanto nella melma essi si nutrono come i parassiti. Restando nascosti possono ingrassare a danno dei cittadini.
Non è credibile che le malefatte di politicanti e burocrati non siano a conoscenza anche indiretta della Classe dirigente siciliana. In una città piccola o grande si sa sempre tutto di tutti.
Se ordini professionali, associazioni imprenditoriali, sindacati, dirigenti pubblici e privati volessero adempiere al proprio dovere di denunciare la corruzione, essa sarebbe abbattuta almeno per la metà, in attesa di sconfiggerla definitivamente.