ROMA – L’Italia sarebbe uno dei Paesi più spiati nel network telefonico di Vodafone. L’inquietante (ma sorprendente?) dato emerge dall’analisi delle tabelle pubblicate ieri mattina dal Guardian, che hanno come fonti l’azienda stessa e i report governativi.
Tuttavia, il gigante delle comunicazioni non ha rivelato se anche in Italia siano in vigore le intercettazioni “ad accesso diretto” di cui tanto si parla. Secondo la tabella pubblicata dal giornale progressista, nel 2013 Vodafone ha ottenuto 606 mila richieste di “metadata” (identità, numero e indirizzo dell’intercettato) da parte del nostro Paese, contro le 99 mila circa della Tanzania, le 76 mila dell’Ungheria, le 49 mila della Spagna e le 6 mila dell’Albania.
La tabella, in molte parti incompleta, riporta per l’Italia anche 140.577 intercettazioni legali (dato 2012), il numero più alto della classifica dei Paesi più “spiati”. Il Guardian tira in ballo la mafia e la criminalità organizzata come uno dei motivi principali del primato italiano in senso assoluto, anche se il paese europeo più controllato della rete Vodafone risulta comunque Malta, con 3.800 richieste su 420mila abitanti nel 2013.
Così, la seconda società mondiale di telefonia mobile ha denunciato pubblicamente che le agenzie governative di alcuni Paesi in cui il gruppo opera hanno accesso diretto alla sua rete e possono ascoltare le telefonate dei suoi utenti.
“In un limitato numero di Paesi – si legge nel “disclosure report” – la legge prevede che alcune specifiche agenzie e autorità debbano avere accesso diretto alla rete di un operatore, bypassando qualsiasi forma di controllo operativo sulle intercettazioni legali da parte dell’operatore stesso”. In molti dei 29 paesi in cui opera le agenzie governative hanno bisogno di un mandato legale per intercettare le comunicazioni, ma in alcuni Paesi la procedura è più semplice e diretta.
Vodafone non intende fornire le richieste che ha ricevuto, perché diffondere queste informazioni è illegale, e non ha neanche fornito la lista dei Governi che hanno accesso diretto alla rete, ma ha chiesto che dove ciò avviene la legislazione venga modificata. Dopo le rivelazioni di Edward Snowden sui controlli della Nsa, molti Paesi hanno deciso una stretta sulla possibilità di acquisizione delle informazioni e di intercettazione da parte di agenzie governative.
I programmi di sorveglianza statunitensi e britannici comprendevano l’accesso da parte di agenzie governative a comunicazioni telefoniche ed elettroniche.