Il nuovo “talebano di Telekabul” ci ricorda Sandro Curzi. Non aveva messo in conto di avere a che fare con un segretario-presidente diverso dai pesci lessi che l’hanno preceduto. Cosicchè l’unico risultato che ha ottenuto è stato un momento di notorietà, perché ora verrà relegato in qualche angolino se ancora vuol restare nel nuovo Pd che intende cambiare l’Italia.
La vicenda di Giorgio Orsoni è emblematica. Prima patteggia con riferimento all’accusa di finanziamento illecito e accetta una condanna a quattro mesi di reclusione (sospesa) e a diecimila euro di multa. Checché ne possano pensare alcuni, chi accetta una condanna si dichiara automaticamente colpevole.
Poi come se nulla fosse accaduto, attraversa il Canal grande e si va a sedere di nuovo nella poltrona di sindaco: un comportamento ridicolo. Con altri dirigenti ex comunisti, che si proteggevano a vicenda, l’avrebbe passata liscia, ma con Renzi no: con le buone maniere l’ha cacciato l’indomani.
I segnali che sta lanciando, uno dopo l’altro, il segretario-presidente, sono inequivocabili: via corrotti ed indagati da dentro il Pd, con la conseguenza che è abilitato a chiedere che gli altri partiti o movimenti si comportino allo stesso modo. Allontanamento di coloro che vogliono opporsi alle riforme. L’atteggiamento di Mineo è stato fazioso, quando ha affermato che lui le riforme le vuole.
In che senso? Nel senso di costringere con leggi ordinarie o costituzionali (nel caso di Regioni a statuto speciale), quelle amministrazioni a tenere i conti in ordine, cioè in equilibrio tra entrate e uscite, e ancor più a destinare almeno la metà della spesa verso gli investimenti, riducendo all’osso quella corrente.
Renzi ha in mano il rubinetto dei trasferimenti verso Regioni e Comuni. Lo apra o lo chiuda in funzione della virtù di ognuno di essi. Regioni e Comuni, con i bilanci squilibrati, che continuano a spendere per favorire clienti e raccomandati devono ricevere sempre meno risorse in modo che si strangolino da soli.
Mentre a Regioni e Comuni virtuosi dovrà allargare i cordoni della borsa se sapranno aumentare la spesa per gli investimenti, contraendo sempre di più, invece, quella corrente.
Anche nell’ambito della stessa spesa corrente, bisogna mettere il catenaccio: privilegiare i servizi ai cittadini tagliando gli apparati. Niente macelleria sociale, bensì efficienza e utilità.