Fincantieri, i sindacati bussano in Regione

PALERMO – Oggi dovrebbe essere la giornata decisiva per incoronare il porto che ospiterà la demolizione della Costa Concordia. L’esito pare scontato perché al tavolo della conferenza dei servizi, chiamata a pronunciarsi sull’unico progetto in esame, c’è soltanto il Porto di Genova.
 
Esclusa, quindi, la vicina Piombino, nonostante l’attivismo sfrenato della Regione Toscana che è sembrata pronta a tutto pur di tenersi in casa il cadavere della nave. Fuori dai giochi, senza esserci mai effettivamente entrato, anche il porto di Palermo con i lavoratori della Fincantieri che sono ancora in attesa di una risposta della Regione in merito alla realizzazione del nuovo bacino di carenaggio da 80mila tonnellate.
Ci ricordiamo bene del 22 maggio scorso, più di un mese fa, quando un verbale di riunione sottoscritto presso la presidenza della Regione aveva sancito l’impegno del governo per consentire la definizione dell’accordo di programma con la società Fincantieri e il ministero dello Sviluppo economico. Per rinfrescare la memoria a Rosario Crocetta e Linda Vancheri, Fiom, Fim e Uilm hanno scritto una lettera a entrambi, chiedendo all’assessore alle Attività produttive, un incontro. Ad oggi, ribadiscono i sindacati, non ci sono stati impegni presi “né da parte dell’assessorato alle Attività produttive né da parte della presidenza della Regione”.
Non ci sono state novità di rilievo, o almeno non sono state diffuse notizie in merito, nemmeno nell’incontro del 17 giugno scorso che si è tenuto al Mise con le istituzioni locali, la Regione Sicilia, il Comune di Palermo e la società Fincantieri. In quell’occasione era stato il sindaco del capoluogo, Leoluca Orlando, a esprimere “apprezzamento” per l’impegno del governo nazionale e a richiamare l’attenzione della Regione, che così come già preannunciato dal presidente, avrebbe dovuto eseguire “importanti interventi nel settore infrastrutturale”. Un richiamo, anche in quel caso, caduto nel vuoto di un silenzio che pare sempre più difficilmente interpretabile.
Il progetto per il bacino di carenaggio vale circa 80 milioni di euro. Il gruppo Fincantieri – 3,8 miliardi di fatturato nel 2013, oltre 20mila dipendenti sparsi per mondo e pronto per il debutto in Borsa il prossimo 3 luglio – sarebbe disposto a cofinanziare destinando risorse per circa 30 milioni di euro. In attesa della Regione, che continua il suo quieto sonnellino nonostante la disponibilità accordata nei mesi scorsi, lo stabilimento palermitano attende gli investimenti per puntare su nuove e cospicue commesse, considerando anche che ci sono una trentina di addetti su 460 in cassa integrazione. Un’occasione da non perdere, ma la Regione deve approvare la delibera così da poter stornare le somme previste per i bandi precedenti che prevedevano due bacini di carenaggio da 19 e 52mila tonnellate.
La situazione complessiva dei cantieri navali palermitani è lo specchio della crisi industriale dell’Isola. Lo scorso 19 giugno c’è stato un altro sciopero ai cantieri navali per chiedere alla direzione aziendale più attenzione in merito alla sicurezza sul lavoro. La protesta è scaturita dal cattivo funzionamento dei freni di un veicolo per trasporti eccezionali, hanno spiegato i sindacati, e che soltanto la prontezza degli operai ha fatto in modo che l’incidente potenziale non si trasformasse in reale. Il sindacato da tempo si batte per rinnovare i mezzi di trasporto e di sollevamento.