Dalla breve descrizione che precede, risulta chiarissimo che la Presidenza di turno è meno di una carica formale, forse decide l’ordine del giorno delle riunioni.
La precedente presidenza italiana è avvenuta nel 2003, ma nessuno si ricorda cosa abbia fatto. Venendo ai nostri giorni, si è appena concluso il semestre a presidenza greca che, come al solito, non ha lasciato traccia. Non lascerà traccia l’attuale presidenza italiana e neppure quella successiva della Lettonia, dal prossimo primo gennaio 2015.
Cosa conta veramente in Europa? Il rapporto di forza dei Paesi più pesanti e rappresentativi, il carisma di alcuni leader, il peso delle economie e delle monete, anche al di fuori dell’euro, diffuso in soli 17 Stati, la capacità di ciascun Stato membro di tenere i conti in ordine, di fare le riforme nella direzione dell’efficienza, e di promuovere lo sviluppo e l’occupazione.
Chi ha le carte in regola, pesa di più. Per cui, Matteo Renzi è strutturalmente debole. Però ha una forte grinta e, se riuscirà a farsi approvare le prime riforme dalla sua maggioranza, potrà metterle sul piatto della contrattazione.
Ed è proprio sul versante della spesa pubblica che si è dimostrata l’incapacità dei governi di centro-destra e di centro-sinistra, dal 1994 ad oggi, nonché dei governi Monti e Letta.
La cosiddetta spending review, alla cui conduzione è stato nominato Carlo Cottarelli, fino ad oggi ha prodotto il classico topolino. Rispetto a un programma di tagli chirurgici della spesa corrente di 40-50 miliardi, se ne sono tagliati solo alcuni.
L’aspetto peggiore della revisione della spesa riguarda il taglio della parte riguardante gli investimenti che, invece, sarebbero da incrementare in quantità considerevole.
Matteo Renzi deve giocarsi la partita contando più sulla sua abilità che sulle carte che ha in mano, quasi scartine. Se riuscirà ad ottenere la deroga rispetto al disavanzo del 3 per cento, per attivare le spese d’investimenti, sarà un successo.
D’altro canto, l’Italia ha una speranza di crescita solo se mette in moto i cantieri per opere pubbliche soprattutto al Sud e se finanzia le attività produttive, fra cui la spinta verso un’attrazione di turisti dal mondo sul modello francese.
Avanti tutta, senza tentennamenti.