Fra 10 giorni si celebra in Francia il 225° anno della presa della Bastiglia (14 luglio 1789). Il Paese transalpino, coi suoi 2.729 mld di Pil nel 2013 è il secondo per ricchezza prodotta nell’Unione europea. è un Paese ordinato in cui la burocrazia funziona bene, soddisfacendo mediamente i propri cittadini.
Anche merito dell’Ena (ècole nationale d’administration) che ha sfornato dirigenti pubblici di primo ordine con un profondo senso dello Stato, i quali hanno la consapevolezza che i francesi sono i loro datori di lavoro.
La Francia, con la presidenza di François Hollande è in forte declino, ma il popolo è forte e reagisce alla crisi con determinazione. Inoltre quel Paese non ha l’immenso debito pubblico dell’Italia.
La Francia è il primo Paese per numero di visitatori, ramo turistico e ramo affari. Parigi detiene il primato di turisti. Chi va in quella città, che una volta si chiamava Lutetia, non ha mai sufficiente tempo per visitare musei, mostre, pinacoteche, biblioteche, beni culturali, ambientali e naturalistici.
A Parigi non c’è crisi immobiliare e i prezzi lievitano sempre più superando i 10.000 euro per metro quadrato. L’Ile de France e Parigi sono la Francia, stretta attorno alla propria capitale.
La crisi, partita nel 2008 dagli Stati Uniti, ha investito tutte le nazioni ad economia avanzata, ma Obama ha consentito al presidente dell’epoca della Federal Reserve, Ben Bernanke, di stampare moneta e immettere fiumi di liquidità nel mercato.
Così ha evitato la stagninflazione che stava anche corrodendo il Giappone e ha corroso l’Europa. Nel Paese del Sol Levante precedenti governi hanno mantenuto un rigore fuori misura e con ciò depresso quell’economia. Shinzō Abe appena arrivato al potere ha cominciato a fare stampare moneta dalla sua banca nazionale che ha consentito all’economia di ripartire alla grande.
Mentre tutto ciò accadeva l’Europa è rimasta immobile. Il presidente della Bce, Mario Draghi, non ha facoltà di stampare moneta e, quindi, l’economia dei 28 Stati membri si è fermata, fatta eccezione per la Polonia e la Germania che hanno i tassi di crescita più alti.
La veloce carrellata che precede dovrebbe fare riflettere il governo centrale e le amministrazioni locali e regionali. Crescere si può, ma occorrono capacità e lungimiranza!