Manager sanità, bilancio in equilibrio

PALERMO – Dopo una lunghissima attesa è finalmente arrivata l’ora di dare avvio alla nuova era della Sanità pubblica in Sicilia. Il vero inizio si è avuto con le deliberazioni dell’assessorato regionale alla Salute fra il n. 123 e il n. 142, comprese fra l’11 e il 12 giugno, che hanno determinato ufficialmente le nomine delle aziende ospedaliere isolane e soprattutto con la n.122 che ha messo a punto il nuovo contratto per i manager incaricati. Un percorso che però continua a essere non privo di ostacoli.

Due posti ancora vacanti: Asp di Catania e Asp di Enna
Nelle 17 aziende ospedaliere siciliane, infatti, due posti da direttore generale risultano ancora vacanti: quella dell’Asp di Catania, dove è saltato l’insediamento di Mario Zappia, ritenuto infine inidoneo perché non in possesso dei requisiti richiesti. Zappia, commissario straordinario all’Asp di Siracusa dal 31 luglio 2012, infatti non ha maturato i due anni di esperienza necessari nel settore pubblico come richiesto dal regolamento.
Altra svista clamorosa è quella relativa alla nomina di Calogero Muscarnera, indicato come manager all’Asp di Enna, per cui si è appurato che non possedeva gli elementi professionali idonei a ricoprire l’incarico a lui assegnato in un primo momento.

Policlinico di Catania e Ao “Cannizzaro”
Una grana che dovrebbe essere stata evitata in extremis è invece quella riguardante le nomine di Salvatore Paolo Cantaro al Policlinico di Catania e di Angelo Pellicanò all’Azienda Ospedaliera “Cannizzaro” dello stesso capoluogo etneo. I due, essendo entrambi in pensione, secondo quanto stabilito dal decreto legge n. 90 del 24 giugno, il cosiddetto “decreto Renzi” di riforma della Pubblica amministrazione, non potrebbero più ricoprire incarichi nel settore. Ma il testo, non essendo retroattivo, dovrebbe scongiurare la loro sostituzione, visto che la nomina è avvenuta pochi giorni prima l’entrata in vigore della norma.
 
Ritardi per l’Asp Caltanissetta e l’Ao “Garibaldi”
Un nuovo intoppo è invece relativo all’insediamento dell’unica donna del lotto, Ida Grossi, nominata manager all’Asp di Caltanissetta, che non potrà lasciare l’incarico all’Asl di Genova non prima di metà luglio. La qual cosa, peraltro, ritarderà l’insediamento di Giorgio Santonocito, attuale commissario straordinario proprio all’Asp nisseno e nominato come direttore generale all’Arnas “Garibaldi” di Catania, che dunque dovrà attendere prima di vedere insediato il nuovo manager.

Undici manager già insediati
Si sono invece già insediati a Palermo Renato Li Donni (Policlinico Pa), Antonino Candela (Asp Pa), Giovanni Migliore (Arnas “Civico”) e Gervasio Venuti (A.O. “Villa Sofia-Cervello”), a Messina Marco Restuccia (Policlinico Me), Gaetano Sirna (AspMe), Michele Vullo (A.O. “Papardo-Piemonte”), e per quel che riguarda le Asp rimanenti, Salvatore Brugaletta dirigerà quella di Siracusa, Maurizio Aricò quella di Ragusa, Salvatore Ficarra quella di Agrigento e Fabrizio De Nicola quella di Trapani.

Gli obietti vi assegnati dall’articolo 3 del nuovo contratto
Fatti salvi gli intoppi di cui abbiamo ampiamente riferito, ai nuovi manager comunque spetta il delicatissimo compito di rispettare i dettami contenuti nel nuovo contratto. Particolarmente rilevanti sono le finalità ricalcate dall’articolo 3. In esso infatti sono delineati gli obiettivi che i direttori generali dovranno raggiungere nello svolgere le loro funzioni, laddove per obiettivi si intendono sia quelli della qualità del servizio, che quelli relativi a un contenimento dei costi e quindi al raggiungimento dell’equilibrio di bilancio, pena la decadenza automatica dei manager. Innanzitutto deve essere perseguito l’obiettivo di un corretto utilizzo delle risorse dei fondi europei, quindi è strettamente essenziale l’osservanza delle norme in materia di spending review, con un tetto stabilito alla spesa per il personale e un programma che ne preveda la riduzione del numero. Quindi, altro punto fondamentale, l’acquisto di beni e servizi (escluse la gare centralizzate già programmate), dev’essere effettuato seguendo le procedure di acquisto Consip e Mepa. Sempre in materia di acquisti, è necessario il rispetto della tempistica, con l’accelerazione e l’implementazione degli acquisti centralizzati, mentre l’assistenza farmaceutica territoriale ospedaliera sarà valutata nell’ambito del triennio in cui i manager svolgeranno il loro compito. Infine, è stato considerato vincolante, sia il rispetto della direttiva relativa ai flussi informativi (decreto interdipartimentale n.174/08), sia l’osservanza delle disposizioni in materia di professione intramuraria diramate dalla Regione (art.1 comma 7, l. 3/08/2007 n.120). Al termine di ogni anno l’assessore negozierà con il dirigente gli obiettivi relativi al contenimento della spesa.

 

 
Subbuglio e confusione a Catania. Ordine dei medici chiede trasparenza
 
CATANIA. “Ancora una volta la politica nazionale e regionale con decreti e nomine all’ultimo secondo crea subbuglio e confusione nell’ambito della Sanità siciliana”, lo afferma il consigliere dell’Ordine dei Medici di Catania Gregorio Lo Giudice, intervenendo sul mancato insediamento dei vertici delle Aziende Sanitarie di Catania. “Proprio in questo settore di così primaria importanza, dati i rapporti costanti con i pazienti e dati i disagi per tanti giovani medici, le decisioni vengono adottate senza tener conto di esigenze di celerità e certezza”, continua Lo Giudice. “Occorre una svolta che renda trasparenti e fluidi i meccanismi di nomina dei dirigenti, chiari ed inequivocabili i bandi di concorso e le regole per l’organizzazione professionale, in modo da dare una prospettiva di certezza lavorativa ai medici e una garanzia di qualità  e di un sicuro e affidabile punto di riferimento ai pazienti”.
“Mi auguro che la politica proceda in tempi rapidi alla nomina dei dirigenti della Aziende Sanitarie catanesi e che faccia tesoro degli errori commessi dotando la Sanità di regole certe così da non lasciare scoperti, per così tanto tempo, posti di così grande importanza per la salute dei cittadini”.
 

 
Il nuovo contratto è formato da 9 articoli e 3 allegati. La durata massima è di tre anni (art. 7)
 
PALERMO – Nove articoli e tre allegati. Sono i punti che compongono il nuovo contratto per i manager della Sanità, chiamati a cancellare un passato di sprechi e con un servizio non proprio fra i migliori d’Italia. Dalle premesse dall’articolo 1, si passa alle modalità di esecuzione e di esclusività dell’articolo 2, quindi l’articolo 3 stila gli obiettivi. È, come detto, il più importante, composto da sette punti, con il comma tre (obiettivi generali) a sua volta diviso in quattro sottocategorie.
Particolarmente sviluppato è il punto b del suddetto comma, suddiviso in altre sei specifici punti. Non è un caso che questo sia il passo del contatto dove vengono determinati i parametri per la riduzione della spesa. Quattro commi per l’articolo 4 che stabilisce la metodologia di controllo e le penalità per i manager che dovessero fallire gli obiettivi. L’articolo 5, in tre commi, descrive le modalità di recessione del contratto, mentre nell’articolo 6 (otto commi) sono contenuti i parametri relativi al trattamento economico dei manager. L’articolo 7 stabilisce la durata del contratto (tre anni), mentre l’8 fa riferimento all’art.2222 del codice civile (contratto d’opera) e il 9 alla registrazione dell’accordo (dpr 26/04/1986 n.131). Infine gli allegati. L’allegato A delinea l’utilizzo dei fondi europei, il contenimento della spesa per il personale, l’acquisto di beni e servizi e la spesa farmaceutica, il B gli obiettivi di salute e funzionamento dei servizi e il C il sistema di valutazione della perfomance del manager.
 

 
A 18 mesi la Regione verifica e decide entro 3 mesi se confermare il dg
 
PALERMO – Dopo anni in cui i manager e i dirigenti regionali a qualsivoglia non hanno mai dovuto render conto a nessuno, una svolta è data dagli articoli 4 e 5 del nuovo contratto predisposto per i direttori generali delle 17 aziende ospedaliere siciliane.
Nell’articolo 4 (“Controllo, valutazioni e sanzioni”) infatti vengono elencati i parametri di verifica cui i manager saranno sottoposti e le eventuali penalità che dovranno subire in caso di inadempienza. Il primo comma fa riferimento all’articolo 3 del contratto (obiettivi) e stabilisce che l’assessorato alla Salute “esercita l’attività di controllo e vigilanza istituzionalmente prevista dalla normativa vigente sulle Aziende ospedaliere ed Enti controllati”. Queste verifiche verranno effettuate con il supporto dell’Agenas e vi saranno sia durante lo svolgimento, che al termine del mandato (comma 2). Il sistema di valutazione (presente nell’allegato C del contratto) sarà commisurato all’aggiornamento e l’implementazione degli obiettivi (comma 3). Nel caso in cui il manager abbia raggiunto gli obiettivi generali e il 60 per cento della valutazione degli obiettivi di salute e di funzionamento dei servizi, questi decadrà su proposta su proposta dell’assessorato (comma 4).
L’articolo 5 (“Cause di decadenza e di risoluzione del rapporto”, tre commi) stabilisce i motivi che potrebbero portare alla rimozione del manager. La Regione verificherà gli obiettivi raggiunti dal dg nel corso dei primi 18 mesi del suo mandato e deciderà o meno se confermarlo entro i tre mesi successivi (comma 1). Gravi motivi, reiterata omissione di atti obbligatori per legge, situazione di grave disavanzo, violazione di legge, del buon andamento e dell’imparzialità dell’amministrazione, mancato rispetto degli atti di programmazione sanitaria. Sono queste le ragioni che porterebbero alla decadenza immediata del manager (comma 2). La rimozione è inoltre prevista in caso di condanne, anche non passate in giudicato, di reati contro la Pubblica amministrazione (comma 3).
 

 
Compenso lordo di 140 mila € da dividere in dodici mensilità
 
PALERMO – Ammonta a poco meno di 140 mila euro annui lordi (per la precisione 139.443,36, esclusi da Iva), il compenso stabilito per gli 11 manager delle aziende ospedaliere siciliane di fascia A.
Per i direttori generali di quelle di fascia B l’indennità lorda è invece fissata su poco più di 130 mila euro l’anno (ovvero 130.147,14, anch’essi esclusi da Iva). Lo stabilisce l’articolo 6 (comma 1) del contratto di servizio per i manager, che determina anche in dodici mensilità l’erogazione del compenso, a cui va aggiunta una quota oscillante sino al 20 per cento del totale del corrispettivo che andrà nelle tasche dei dirigenti in relazione agli obiettivi raggiunti nel corso della loro gestione, seguendo quanto stabilito negli articoli 3 e 4 del contratto (comma 2). La quota non sarà elargita al manager nel caso in cui questi non sarà stato capace di centrare gli obiettivi preposti o almeno il 60 per cento di loro (comma 3).
Nel trattamento economico sono comprese le eventuali spese di spostamento dalla propria residenza al posto di lavoro (comma 5) e nel caso in cui il dirigente dovesse sostenere altre spese di viaggio, vitto, alloggio, qualora fossero necessarie allo svolgimento della sua funzione, queste gli saranno rimborsate, secondo quanto già stabilito per i dirigenti generali dello Stato di livello C, quindi interamente, dal momento dell’inizio, sino alla fine della missione (comma 6). Importante è inoltre rimarcare che, nel caso in cui la Regione disponga la rimozione del dirigente per i motivi di grave inadempienza agli obiettivi o altre cause di entità pari o maggiore, al dirigente licenziato non verrà corrisposto più nessun reddito, come già stabilito sia dal d.lgs n. 502 del 1992 e dall’articolo 20 della legge regionale n. 5 del 2009 (comma 8). L’articolo 7 stabilisce infine la durata del rapporto fra il dirigente incaricato e la Regione. Un rapporto che durerà tre anni, salvo conferme o gravi violazioni che possano portare alla decadenza del manager incaricato.