Termovalorizzatori, per Lombardo sono tre le grane da risolvere

PALERMO – Il 26 marzo scorso l’affondo del premier sulla questione termovalorizzatori: “Dopo Acerra partiamo con Sicilia e Lazio, perché anche lì ci sono situazioni difficili”. Il 3 aprile scorso l’ultima tranche di questa lunga storia siciliana. La Giunta Regionale riunitasi per approvare la proposta, redatta dall’ Agenzia regionale acque e rifiuti, di un nuovo bando per la realizzazione di quattro inceneritori nell’isola, dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea del 18 luglio 2007 che aveva annullato la precedente, ha dovuto fare marcia indietro grazie anche all’esposto presentato da alcune associazioni e comitati appartenenti alla Rete Rifiuti Zero Sicilia.

“La Giunta ha ritenuto di dover approfondire in particolare – secondol’associazione Rifiuti Zero di Trapani –  le questioni relative: 1) al sovradimensionamento degli inceneritori, 2 ) alla esosa richiesta di risarcimento avanzata dalle società Falck e Sicilpower che si erano aggiudicate il precedente bando e 3) l’incompatibilità dei funzionari dell’Arra a stipulare accordi transattivi aventi ad oggetto il risarcimento di danni posti in essere in conseguenza di atti del loro ufficio.” Nell’esposto pubblicato lo scorso 31 marzo, diverse associazione, tra cui Associazione “Decontaminazione Sicilia” e Rete per la Difesa dei Beni Comuni, hanno richiesto attenzione sia alle procedure amministrative sia ai siti stabiliti per la costruzione degli impianti.

“Gli studi presentati – si legge nell’esposto – non hanno consentito alla Commissione Via la completa conoscenza dell’impatto ambientale di tali opere, stante anche la natura stessa dell’incarico ricevuto. Pertanto possiamo concludere che gli studi di Impatto Ambientale e le Valutazioni d’Incidenza non hanno rispettato la normativa nazionale e comunitaria”. Intanto all’Ars le posizioni tra maggioranza e opposizione, inizialmente abbastanza sintonizzate, pare si stiano allontanando rapidamente.

Il nodo resta tuttavia lo smaltimento dei rifiuti. Lo stesso Raffaele Lombardo, durante la scorsa campagna elettorale, aveva dichiarato la sua piena disponibilità ai termovalorizzatori “di ultima generazione che non inquinano, perché non producono diossina e che a monte hanno la raccolta differenziata”. Dal Pd Regionale arriva puntuale la richiesta di fermare tutto. Un gara definita dai deputati del Pd col “trucco” perché il vincitore della gara dovrà versare “un risarcimento di circa 200 milioni – sostengono tra gli altri Cracolici, Raia e Bonomo –  non solo per i costi sostenuti per eventuali opere realizzate ma anche per il mancato profitto a quanti, con procedura dichiarata illegittima dall’Unione Europea, hanno avuta affidata la realizzazione degli inceneritori, è un modo per scoraggiare altri partecipanti”.

Concordanza tra Pd e associazioni anche sull’altro punto scottante.  Nell’esposto delle associazione si citava infatti uno studio di Aurelio Angelini, datato fine 2005, che riportava come i termovalorizzatori andavano ad “installare in Sicilia una potenza di incenerimento pari a tutta quella che c’è nel resto d’Italia (2 milioni e 890mila tonnellate) su un territorio pari ad un decimo”.



“Inceneritori”: i signor no contestano pure l’appellativo

PALERMO – Gli ambientalisti sostengono che non è possibile definirli termovalorizzatori in quanto il termine più corretto appare “inceneritore”, poichè così figurano nella normativa europea, Direttiva europea 2000/76/CE sull’incenerimento dei rifiuti, e in quella nazionale, Decreto Legislativo 11 maggio 2005, n. 133. I termovalorizzatori dovrebbero poter incenerire principalmente categorie di rifiuti urbani e tralasciare invece i materiali non combustibili come il vetro, i metalli e gli inerti. Secondo il Rapporto Rifiuti 2008 dell’Ispra (Istituto Superiore per Protezione e la Ricerca Ambientale), la Sicilia si trova al penultimo posto nazionale, battuta solo dal Molise, per la Raccolta Differenziata pro capite delle principali frazioni merceologiche arrivando al 32,8%, a fronte  del 58,8% di media del Sud e del 150,3% di media in Italia. Come se non bastasse la raccolta indifferenziata nell’isola è pari al 2.527.303 tonnellate, quasi un quarto di quella di tutte le regioni del Nord, mentre la raccolta differenziata è ancora ferma al 6,1%, ultima regione d’Italia. Con questi numeri sarebbe affatto difficile convincere la gente che i termovalorizzatori non siano inceneritori. (rb)