In questi giorni la Erg ha avviato una campagna mediatica per cercare di far ingoiare al Governo Lombardo il rigassificatore di Priolo, un’autentica bomba atomica inserita in un ambiente altamente inquinato, che fa morire di cancro i suoi abitanti e fa nascere malformati molti bambini. Un’autentica bomba atomica, perché quando si verificherà il terribile terremoto, previsto in questo secolo, farà deflagrare un enorme territorio.
E poi, non c’è proprio alcun bisogno di produrre ulteriore energia in Sicilia, che già è in super produzione. Quindi è bene che, nonostante le pressioni della famiglia Garrone, il Governo regionale si esprima in modo chiaro e forte e archivi definitivamente l’ipotesi del rigassificatore a Priolo.
Il caso del rigassificatore di Porto Empedocle è diverso, perché là non vi sono raffinerie. Pertanto, appellarsi alla par condicio è una finzione poggiata su un’azione subdola che vuole fare prevalere l’interesse di un’impresa che non paga le tasse in Sicilia contro l’interesse dei siciliani di quella parte dell’Isola.
Solo questo comportamento può eliminare il sospetto di corruzione che aleggia nell’opinione pubblica quando si chiede perché gli assessorati ei loro dirigenti si nascondano dietro il muro di gomma dell’omertà nel non comunicare i dati.
La questione che analizziamo oggi è di ordine generale. è cioè una questione di metodo. Vale a dire mettere in condizione i cittadini siciliani di sapere per evitare doppiopesismo e far rientrare nei ranghi tutti i privilegiati che in questi decenni hanno attinto a piene mani nella greppia pubblica.
L’inquinamento non è solo ambientale, ma è burocratico, sociale, politico, imprenditoriale, sindacale e così via. In altri termini, chiunque non ha al centro della propria azione i cittadini e l’interesse generale inquina, volontariamente o involontariamente, il sistema collettivo. Col risultato che anziché diffondere equità si diffonde iniquità e quindi si alimentano invidie e gelosie. Mentre è indispensabile che, per intraprendere la strada che porti la Sicilia alla media nazionale del Pil, c’è bisogno di uno sforzo corale, basato sulla parità dei competitori e sulla selezione dei più meritevoli.