CATANIA – Studenti somari o professori poco preparati? Il dubbio in Sicilia rimane leggendo l’ultimo Rapporto Invalsi sulla preparazione scolastica delle scuole italiane, regione per regione.
La Sicilia, piano piano sembra recuperare il divario con le altre regioni, neanche a dirlo quelle del Nord, che si piazzano dritte prime in classifica.
In più, c’è un fenomeno che resiste in Sicilia così come in Calabria, Campania e Molise: il cheating.
Quello sbirciare nel foglio del compagno di banco nel tentativo di copiare la versione di latino o, ancora meglio, complice la tecnologia, di chiedere alla rete la soluzione di un’equazione matematica o la traduzione di un testo in inglese.
Il dato che emerge dalle pagine Invalsi non lascia dubbi: nelle prove di Italiano, tra le regioni del Centro, le Marche hanno un punteggio medio significativamente più alto della media italiana, mentre fra le regioni meridionali e insulari, l’Abruzzo ha un punteggio significativamente superiore e la Sicilia significativamente inferiore. Questo vale alle elementari così come al liceo.
La Provincia Autonoma di Trento, con un punteggio di 215, ottiene il miglior risultato in assoluto nella lingua italiana mentre al contrario la Calabria e Sicilia registrano, con un punteggio di 188 in entrambi i casi, il risultato più basso: il divario fra la prima e le seconde è pari a 27 punti, un po’ meno di tre quarti dell’unità di deviazione standard della distribuzione nazionale.
Nei Licei, la regione con il punteggio più alto è la Lombardia con 222 punti e la regione con il punteggio più basso è la Sicilia con 198 punti; negli Istituti Tecnici, ottengono il punteggio più alto e più basso, rispettivamente, la provincia di Trento (212 punti) e la Calabria (178 punti); infine, negli Istituti Professionali la regione col punteggio più alto è la Valle d’Aosta, con 195 punti (seguita dal Friuli con 193), e quella col punteggio più basso è ancora la Calabria con 171 punti.
E la Sicilia rimane all’ultimo posto anche in quinta elementare, ma con un divario che cresce: 186 punti in Italiano e 189 in Matematica. Il centro Nord ci appare ancora lontano se guardiamo all’Emilia Romagna – con 206 punti – o all’ Umbria e Marche, con 207 punti. Lacune che dovrebbero fare riflettere i dirigenti scolastici siciliani se si guardano anche i risultati in terza media – dove la Sicilia si piazza al penultimo posto in Matematica, davanti alla Calabria – e al secondo anno delle superiori, dove riusciamo a piazzarci al penultimo posto sempre in matematica, questa volta davanti alla Sardegna.
Se la macro area del Centro registra un risultato positivo è grazie a due regioni, come Umbria e Marche che riportano punteggi al di sopra della media. Risultato opposto per la macro area Sud e Isole, dove la Sicilia con i suoi punteggi, si legge nel Rapporto Invalsi, fa scendere tutto il Sud al di sotto della media nazionale. Le Marche e l’Umbria, con un punteggio di 207, registrano il migliore risultato su scala nazionale; il divario rispetto alla Sicilia è di 21 punti, circa la metà della deviazione standard della distribuzione dei risultati dell’Italia nel suo insieme.
Strutture e tecnologia. Si assottiglia il divario rispetto al 2013
CATANIA – Piccoli segnali di speranza nelle prove di matematica anche se, sia ben inteso, il divario c’e’ ancora. Sono trentuno i punti di differenza in Matematica fra i ragazzini di terza media siciliani e i coetanei friulani mentre il divario segna a 35 la distanza tra la provincia autonoma di Trento e i coetanei siciliani, sempre in matematica. Certo, se si guarda al Rapporto 2013, si comincia a sperare. In quel caso il distacco fra i due gruppi di studenti era di 45 punti. Perplessità anche di fronte al dato che mostra come i liceali siciliani vengono superati dai quindicenni trentini che frequentano gli istituti tecnici, Quest’ultimi, si piazzano con 212 punti in Italiano mentre gli studenti che frequentano le scuole professionali in Valle d’Aosta realizzano 195 punti.
Il gap, segna ancora una volta la distanza tra Nord e Sud. A scuola come nel sistema lavoro e in quello produttivo. Lo svantaggio delle scuole siciliane sta nelle infrastrutture che mancano. È difficile trovare classi con pc o lavagne digitali mentre al Nord la tecnologia ha già in tutto o in parte sostituito cartelle e libroni. Ma c’è di più. E su questo la classe dirigente scolastica e amministrativa dovrebbe riflettere perché gli studenti di oggi sono i dirigenti di domani.