La Regione, regno di corruzione e tangenti

PALERMO – Ieri gli uffici di Presidenza dei due rami del Parlamento nazionale (Camera e Senato) hanno deciso di fissare il tetto degli stipendi dei propri dipendenti a 240 mila euro. Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha commentato positivamente la notizia dicendo: “E’ la conferma che quest’Assemblea aveva visto giusto e bene” e “L’Ars l’aveva deliberato prima, senza tentennamenti, nella consapevolezza che anche i dipendenti del Parlamento siciliano, così come già fatto dai deputati regionali, debbano entrare in sintonia con quella che è la pubblica opinione”. Un commento che la dice lunga sul voler continuare a mantenere il privilegio di equiparare l’Ars al Senato.
Una crisi che non ha impedito di riproporre anche la famosa tabella H nella manovra che è stata approvata nei giorni scorsi dalla commissione Bilancio. Marika Cirone del Pd ha detto che con la Tabella H  “ricompaiono gli sprechi, le ingiustizie, le discriminazioni e le discrezionalità, che il governo Crocetta voleva superare”. “L’articolo 27 – prosegue –  è solo una  riproposizione del ritorno al passato, che mortifica enti culturali e artistici a rischio di chiusura, come tra gli altri  Istituto Gramsci, Museo del Papiro, centro Pio La Torre e Brass Group”. Cirone ritiene indispensabile “tornare al metodo trasparente ed equo, dei bandi, attraverso cui sostenere gli enti veramente meritevoli” e insieme a Baldo Gucciardi, Antonella Milazzo e Giovanni Panepinto hanno presentato quindi un emendamento all’art.27 (tabella H) che prevede di rispettare, per il 2014, gli stessi criteri utilizzati del 2013 attraverso i bandi.
“In assenza di ‘norme certe’ di settore – affermano i deputati del Pd – le graduatorie 2013 rappresentano comunque un riferimento attendibile, l’unico percorso per assicurare in tempi rapidi il necessario sostegno alle strutture realmente meritevoli”.
Ieri pomeriggio conferenza stampa del Governatore sui recenti fatti episodi di corruzione nell’ambito del settore dei rifiuti e delle energie rinnovabili. Proprio ieri il “QdS” ha pubblicato un inchiesta dal titolo “Rifiuti e scandali, record siciliani”.
Crocetta ha deciso di creare un gruppo di lavoro all’assessorato all’Energia misto con la Presidenza. “Non possiamo più aspettare che sia la magistratura a scoprire questi episodi – ha detto Crocetta – . Dovremmo cominciare a pensare alla confisca o all’esproprio delle discariche private". Crocetta ha stigmatizzato il fallimento degli Ato che “anziché produrre economie di scala ha moltiplicato i costi”. Il presidente della Regione ha detto che “dove sarà possibile, la Regione agirà attraverso i licenziamenti, dopo la sospensione immediata dall’incarico. Non abbiamo bisogno – ha detto- di questi collaboratori dentro la Regione".
 
Nel corso della conferenza stampa Crocetta ha anche detto: "Saranno molto difficili nuovi impianti nel settore dell’eolico in Sicilia” e è stata predisposta una norma “che arriverà presto all’Ars e che contiene vincoli rigidissimi nel pieno rispetto del paesaggio. In pratica si potrà costruire solo dove già ci sono impianti".  Ed ha concluso dicendo: “Nella riforma della semplificazione amministrativa ci sono tutta una serie di strumenti che consentono di ridurre il rischio di corruzione perché nello stesso giorno la stessa richiesta viene inviata a tutti i settori competenti ed entro un mese bisogna esprimersi".