8.093 formatori inutili per il lavoro

Cambiare tutto per non cambiare niente. La “formazione-revolution” continua a destare più di una perplessità. L’ultimo step è quello dell’appena pubblicato Albo degli operatori della formazione, in pratica lo strumento che asserisce quali operatori sono ammessi per continuare l’attività e quali quelli che invece devono restare a casa perché non hanno i requisiti. Alla fine il risultato è assolutamente deludente: a rimanere fuori appena in 573 mentre nel grande calderone rimangono addirittura in 8.093. Resta da chiedersi: ma la rivoluzione dove sta? Praticamente non si vede neanche con il binocolo. Proprio dal personale la Regione pensava di potere trovare il maggiore risparmio in proiezione futura, dal momento che gli stipendi dei dipendenti degli enti di formazione assorbono ben l’82 per cento dell’intera spesa del settore.