Record di rateizzazioni per le famiglie italiane

ROMA – Nel mese di luglio si è registrato il record delle rateizzazioni con il fisco: una prova di come le famiglie italiane non navighino in buone acque e, per questo, tendono ad affrontare spese e pagamenti col sistema più sostenibile delle rate. Una prova, insomma, di come siamo ancora in piena crisi. Secondo quanto riporta Equitalia, lo scorso mese si sono registrate 156 mila richieste, con una media settimanale pari a circa il doppio di quella dei primi 6 mesi dell’anno. Ad oggi sono attivi 2,4 milioni di rateizzazioni per un controvalore di 26,6 miliardi.
Nello specifico, circa 76,9% delle rateizzazioni riguarda persone fisiche, il restante 23,1% società e partite Iva. Considerando gli importi, il 65,9% è stato concesso a imprese e il 34,1% a persone fisiche. Il 70,8% delle rateizzazioni riguarda debiti fino a 5 mila euro, il 26,2% debiti tra 5 mila e 50 mila euro e il 2,9% oltre 50 mila euro. La Lombardia guida la "classifica" delle regioni con oltre 384 mila rateizzazioni attive per un importo di 5,5 miliardi di euro, seguita dal Lazio (305 mila per un importo di 3,7 miliardi), dalla Campania (265 mila per un importo di 3,2 miliardi di euro) e dalla Toscana (231 mila per un importo di 1,9 miliardi).
Le associazioni di consumatori interpretano i dati come un vero e proprio riflesso della recessione in cui l’Italia è ancora impelagata. Rosario Trefiletti di Federconsumatori ed Elio Lannutti di Adusbef, infatti, affermano che “sia i dati di Equitalia relativi alle domande di rateizzazione, sia quelli della continua diminuzione dell’indebitamento per consumi (-5% nel 2014), rappresentano ulteriori segnali della situazione economica insostenibile in cui si trovano le famiglie italiane”.
Le cifre fornite da Equitalia, infatti, sono solo la ciliegina sulla torta di tutta una serie di dati che parlano solo di recessione: “Le stime drammatiche sul Pil al -0,2% – continuano Trifiletti e Lannutti -; i dati sui consumi turistici (solo il 31% degli italiani si è concesso le tradizionali vacanze estive); i flussi negativi alle presenze ai ristoranti a Ferragosto (solo il 18%); il consuntivo sui saldi (-4%); la disoccupazione al 12,2% (quella giovanile al 43,7%). Si potrebbe andare avanti ancora a lungo con l’elenco degli indicatori economici in rosso, tutti concordi nel confermare, come denunciamo da tempo, una nuova contrazione del mercato rispetto all’anno precedente e lo stato di netta recessione del nostro Paese.
 
È necessario che il Governo si dedichi con impegno e serietà alla fuoriuscita da questa situazione, dando la massima priorità al rilancio della domanda di mercato per far ripartire l’intero sistema economico. Bisogna, in primo luogo, aumentare il reddito delle famiglie, ampliando la platea dei destinatari del bonus anche a pensionati e incapienti. Ma è evidente che la ripresa, per essere concreta e duratura, non può prescindere da interventi mirati allo sviluppo del Paese e all’incremento dell’occupazione. Per questo è necessario un piano di investimenti per la crescita, a partire da un settore strategico, come quello della rete telematica”.