Trapani – Economia del territorio al collasso

TRAPANI – Appalti pubblici bloccati, turismo che non decolla e su cui pende l’incognita legata al futuro dell’aeroporto di Birgi, economia della pesca sempre più ai minimi termini. Sono tra le emergenze prioritarie dettate da Confindustria, Cgil, Cisl ed Uil che hanno chiesto al prefetto di Trapani, Leopoldo Falco, di istituire un tavolo tecnico per confrontarsi su questi problemi impellenti del territorio tra i più in crisi, numeri statistici alla mano, nel panorama siciliano in questo periodo di recessione economica. Serve quindi un maggiore sforzo per sbloccare la situazione di empasse: “La politica è spesso assente, soprattutto quando si parla di sviluppo del territorio – ha sottolineato il presidente di Confndustria, Gregory Bongiorno -. Se proviamo a fare delle proposte condivise saremo certamente più forti e avremo maggiori possibilità di essere ascoltati”.
La prima emergenza è legata al calo degli appalti pubblici, vertiginoso nel panorama trapanese. Si parla però anche di responsabilità delle pubbliche amministrazioni ai vari livelli, additate di ritardare inspiegabilmente l’iter di approvazione dei progetti e di indizione degli appalti: “Abbiamo chiesto di avviare un monitoraggio sulle opere pubbliche da appaltare – ha reso noto il segretario della Cisl, Mimmo Milazzo -. Vogliamo sapere quante sono e perché sono bloccate. In quali uffici sono ferme e chi è il dirigente responsabile. è una cosa che si può fare in meno di ventiquattro ore”.
 
Difficile che questi tempi dettati dal leader cislino possano davvero essere rispettati.
C’è poi un altro nodo di assoluta attualità che è quello dell’aeroporto trapanese, il cui futuro è in bilico dopo la soppressione del suo primo finanziatore, la Provincia, e i ritardi dei Comuni nel liquidare le somme dovute per cercare di trattenere la Ryanair, compagnia che ha fatto la fortuna dello scalo in termini assoluti di collegamenti e presenze.
Per non parlare poi della pesca che da anni oramai fa segnare cali in termini di occupati e di pescherecci attivi.
“Dobbiamo fare fronte comune per rispondere alle grandi emergenze – ha sottolineato Eugenio Tumbarello della Uil -. Nessuno si può tirare indietro. Ognuno si deve assumere le sue responsabilità e la politica deve fare la sua parte”. “Affidare tutto nelle mani della politica – ha sottolineato Filippo Cutrona della Cgil – sarebbe un errore. La nostra classe politica, costituita da nominati e costruita dentro le segreterie di partito, ha scarsa conoscenza delle problematiche del territorio”.