PALERMO – Uno dei mille rivoli della criminalità organizzata rivolge gli occhi verso gli animali e cerca di guadagnare anche sulle creste dei cavalli o sulle pellicce della fauna selvatica. È la zoomafia, com’è definita dalla Lega anti vivisezione (Lav) nel 15º rapporto annuale pubblicato negli ultimi giorni. Nel 2013 sono stati registrati 599 procedimenti penali per crimini contro gli animali con 393 indagati: 10 delle 16 procure siciliane hanno quindi avuto un superlavoro aggiuntivo per reati che vanno dalla macellazione clandestina ad abbandoni, maltrattamenti o uccisioni.
“I crimini a danno degli animali – afferma Ciro Troiano, criminologo, responsabile dell’Osservatorio zoomafia della Lav e autore del rapporto – si presentano in Sicilia sempre di più come attività organizzate, portate avanti da veri sodalizi dotati di strutture, mezzi e con forte pericolosità sociale. Diverse inchieste hanno messo in evidenza l’interesse della criminalità organizzata per le corse di cavalli, il controllo dei mercati ittici o del comparto zootecnico. Sequestri e confische di animali, allevamenti e punti vendita confermano questo dato. I traffici legati alla sfruttamento degli animali in Sicilia rappresentano un’importante fetta del business realizzato a livello nazionale”.
Le competizioni illegali tra animali sono nuovamente in aumento, così come l’attività investigativa delle procure. Quella del Capoluogo regionale, ad esempio, ha emesso cinque misure cautelari contro chi organizzava combattimenti di pitbull allo Zen 2. Canicattì, Trapani, Messina e Salemi sono altri centri in cui sono state sporte denunce contro questi combattimenti.
Ma il fenomeno è più esteso e va anche a toccare l’ippica. Le corse dei cavalli sono diffuse, anche se solo una è stata interrotta dalle forze dell’ordine nell’anno passato. Recentemente, queste gare sono finite anche agli onori del web grazie a una serie di video realizzati dagli stessi “fantini” e postati liberamente su Youtube, ma ciò non basta per arginare il fenomeno. Anche lo sport legale è stato toccato dalle indagini delle procure: gli ippodromi di Siracusa e Palermo hanno infatti registrato dei cavalli trovati positivi ai controlli antidoping e alla Favorita è stato anche scoperto un gruppo dedito alle scommesse clandestine.
La macellazione illegale dei cavalli, fenomeno conosciuto soprattutto nella parte orientale dell’Isola, è affiancata anche dal bracconaggio: sono il mercato Ballarò a Palermo e Messina i due centri nevralgici dell’uccellagione e della vendita di fauna selvatica; anche sull’asse Sicilia-Malta e Sicilia-Tunisia si registrano dei fenomeni d’illegalità nello spostamento degli animali. Sono simili la raccolta illegale di ricci di mare e la pesca del tonno, di novellame di sarda e di pesce spada novello.
Quella che Troiano definisce la “cupola del bestiame”, inoltre, è ciò che avvicina e sovrappone la zoomafia all’agromafia: è un’associazione a delinquere scoperchiata dalle forze di polizia siciliane che estorceva denaro e bestiame ai contadini siciliani. Sono stati individuati anche mattatoi abusivi, gruppi di animali senza codici d’identificazione, abbattimenti illegali, ma anche truffe ai danni dei fondi europei.
I numeri indicano Enna e Siracusa quali procure con la maggiore impennata di fascicoli aperti (rispettivamente +64% e +45%) e soggetti indagati (+135% e +95%) in fatti legati alla zoomafia tra il 2012 e il 2013. Caltagirone e Messina invece hanno registrato i maggiori cali (-31% e -44% per i fascicoli aperti, -60% e -71% per indagati).
“Auspichiamo – Troiano ha concluso così il rapporto – che, in ossequio all’esigenza di legalità e sicurezza diffusa in tutti gli strati sociali, si arrivi presto al varo di alcuni provvedimenti legislativi: il potenziamento della normativa sulla tutela penale degli animali, la modifica della normativa sugli animali d’affezione e delle norme sulla tutela dell’incolumità̀ pubblica dall’aggressione dei cani, le disposizioni sul doping e le corse di animali su strada prevedendo apposite sanzioni delittuose, l’adeguamento delle sanzioni attualmente previste per gli illeciti in materia di adulterazione alimentare e in materia di pesca alla loro capacità offensiva, la rivisitazione della legge sulle scommesse, e, infine, l’istituzione di un apposito capitolo ‘Dei delitti contro l’Ambiente’ all’interno del codice penale”.
I torti contro gli animali non sono solo l’abbandono estivo dei cani sulle strade: questa è solo la punta mediatica dell’iceberg.