Non assumere precari senza concorso, questo dice l’art. 97 della Costituzione, norma che è stata sistematicamente violata da irresponsabili delle istituzioni.
Certo, i concorsi non sono esaustivi al fine di determinare la competenza e la professionalità dei candidati, ma selezionano meglio rispetto a una chiamata diretta per raccomandazione.
Molti politicanti continuano a preoccuparsi di questi precari-privilegiati, perché fanno casino, mentre dimenticano completamente i milioni di disoccupati nel Meridione che non hanno avuto la fortuna di essere stati raccomandati.
Vi è una sproporzione enorme fra non raccomandati e raccomandati. Etica ed alta politica vorrebbero che si venisse incontro prima ai disoccupati e poi ai precari-privilegiati. Occorre metterli sullo stesso piano, attraverso i concorsi, e inserirli nella Pa solo quando strettamente necessario.
Altra questione che solleviamo da decenni è che i compensi a dirigenti e dipendenti pubblici debbono essere sempre commisurati agli obiettivi loro assegnati. Solo dopo avere confrontato risultati e obiettivi dovrebbero essere erogati gli stipendi.
Altra questione che va evidenziata è il surplus di stipendi che prendono dirigenti e dipendenti regionali rispetto a quello di colleghi di altre regioni: un privilegio inaudito che deve cessare immediatamente, applicando il Contratto nazionale dei dipendenti regionali.
Nessuno obietti che i privilegi acquisiti sono diritti acquisiti. No! Nessun privilegio acquisito può essere denominato diritto. Si tratta solo di una prevaricazione di alcuni cittadini rispetto ad altri.
Nella Pa c’è grasso che cola, dice il giovane Primo ministro. Tagliare questo grasso non significa tagliare i servizi. Anzi, dando loro efficienza e produttività, si potrà migliorarli e renderli più utili ai cittadini.
Chi non vuole tagliare gli sprechi argomentando in diverso modo? I parassiti, chi non possiede professionalità, chi non sarebbe capace di stare sul mercato per creare lavoro produttivo.
Dunque, tutti coloro che non servono alla Pa devono essere messi fuori senza giri di parole, mescolarsi con i disoccupati e, se vogliono, partecipare ai concorsi quando saranno banditi.
Sembra noioso ripetere questi argomenti, ma noi non ci stancheremo di farlo fino a quando i politici finti muti, sordi e ciechi, non diventeranno persone civili.