I disoccupati siciliani salgono a quota 379mila

PALERMO – “L’andamento reale dell’occupazione in Sicilia è più negativo delle già catastrofiche previsioni. Recenti stime dello Svimez dicevano che negli anni 2014 e 2015 sarebbero andati perduti 27 mila posti di lavoro, l’Istat però nell’ultima indagine relativa al secondo trimestre 2014 afferma che ne sono andati in fumo 37 mila in un solo anno”. Parole del segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, che prende a riferimento i dati del secondo trimestre del 2014 elaborati dall’Istituto nazionale di statistica rilevando che “al momento non c’è peraltro niente che possa fare pensare a un’inversione di tendenza”.
Appare evidente più di tutte una considerazione: neanche le previsioni più negative sono state confermate per quanto concerne il declino del mercato del lavoro siciliano. I continui numeri al rialzo della disoccupazione danno il reale senso della disperazione tutta siciliana, tra le economie più depresse a livello non solo nazionale ma anche europeo. Neanche il frequentissimo ricorso al sommerso sembra riuscire più a far reggere quel minimo di occupazione sotto traccia.
 
Il segretario della Cgil incalza sulla necessità che la politica regionale trovi un punto di accordo nella necessità di intervenire subito dando all’isola un progetto di sviluppo e garantendo al contempo le tutele sociali: “Vorremmo che nei prossimi mesi si discutesse solo di questo – dice Pagliaro –, in particolare di azioni immediate ed esigibili che segnino un’inversione di tendenza. I dati Istat – sottolinea – sono lo specchio della situazione reale di fronte alla quale il teatrino della politica cui assistiamo da mesi è ridicolo. Senza entrare nel merito degli assetti di governo – rilancia il segretario della Cgil – riteniamo che sia dovere del presidente della Regione e del governo una piena assunzione di responsabilità, rispetto ai fallimenti, alle mancate riforme a un’azione che risulta complessivamente inadeguata, e assieme la ricerca delle soluzioni che possano dare efficacia, autorevolezza e immediatezza all’azione politica”.
Anche il Diste ha dato numeri drammatici seppur difformi. Il 2013 si è chiuso con un crollo dell’occupazione del 5,3 per cento e le proiezioni per il 2014 preannunciano una flessione in media d’anno di altri 33.000 occupati, con un impoverimento negli ultimi otto anni di 215.000 posti di lavoro. La disoccupazione, ha ormai assunto le sembianze di vera e propria emergenza sociale, soprattutto tra i giovani.
 



Giù il tasso di occupazione, Pa peggio di tutti
 
Dando uno sguardo ai dati Istat il tasso di occupazione è sceso dal 39,8 al 39 per cento, mentre il tasso di disoccupazione è balzato dal 21,6 al 22,5 per cento con i disoccupati passati da 368 mila a 379 mila. Preoccupante anche il dato della disoccupazione giovanile nella fascia compresa tra 15 e 24 anni, giunto al 53,8 per cento. Il calo più consistente di occupati si è registrato nei servizi dove l’Istat ha contato -29 mila posti di lavoro. A seguire l’agricoltura con una contrazione di 8.000 occupati, il manifatturiero con -4 mila. Unica inversione di tendenza nell’edilizia con +4 mila occupati. Dove si sta peggio? Sicuramente a Palermo dove il numero complessivo delle imprese registrate lo scorso anno in tutta la provincia è pari a 97.901 unità, con un calo rispetto all’anno precedente del 1,7 per cento, mentre le attive sono 77.584, ossia l ‘1,9 per cento in meno dell’anno precedente. In crisi i settori da sempre trainanti dell’economia palermitana: il commercio, l’agricoltura, il metalmeccanico, il settore edile e i servizi alle imprese.