Legno bruciato, ma non a reddito

PALERMO – Deve esserci stato un serio problema di comunicazione tra l’Unione europea e la Regione siciliana. La politica agricola comunitaria prevede la messa a reddito dei boschi degli Stati membri attraverso il prelievo di legname da lavoro e per uso energetico, senza per questo compromettere il delicato ruolo rivestito dalle foreste nel contenimento del rischio idrogeologico e nell’equilibrio climatico. Un prelievo, insomma, gestito da un piano di azione ben coordinato a livello centrale, senza improvvisazioni e scompensi ambientali. La Regione ha promesso, si è impegnata, e poi ha gettato la spugna, mantenendo uno dei prelievi più bassi d’Italia e d’Europa, mentre gli incendi continuano a bruciare i boschi con l’Isola al primo posto nazionale per superficie percorsa dal fuoco nel 2014. Un’altra occasione persa lungo il treno della green economy.