Eurozona, il vero nemico è la mancanza di lavoro

BRUXELLES – L’eurozona non è in recessione e non c’è il rischio di deflazione. Lo assicura il presidente Bce, Mario Draghi, alla radio Europe 1. “Nell’intera eurozona non vedo rischi di deflazione ma di inflazione molto bassa per un lungo periodo” dice Draghi ribadendo che l’intera area euro “non è in recessione” ma “la ripresa è modesta,debole e fragile”.
 
Il vero problema invece è quello della mancanza di lavoro. “Il peggior nemico per l’Europa è la disoccupazione: dei giovani e in generale”, causata “da un sentimento più ampio di mancanza di fiducia nel futuro”, che va combattuta soprattutto con gli investimenti “privati, ma anche pubblici”, ha detto il presidente della Bce, secondo il quale le regole del patto Ue “sono state violate in passato e il risultato di ciò non è stato eccezionale. Molti paesi sono arrivati alla crisi finanziaria non preparati”.
“La nostra politica monetaria rimarrà accomodante per un lungo periodo di tempo”, ha detto Draghi, sottolineando che “attualmente i tassi di cambio riflettono le differenti traiettorie delle politiche monetarie”.
 
Draghi ha aggiunto che “l’euro è irreversibile e faremo tutto il necessario nell’ambito del nostro mandato, per preservarlo”. Garantire credito ai privati è una condizione necessaria ma non sufficiente a rilanciare la crescita, e per aiutare i giovani imprenditori servono riforme strutturali, meno burocrazia e tasse. “Possiamo garantire tutto il credito possibile – ha aggiunto il presidente della Bce -, ma se in alcuni Paesi per un giovane imprenditore ci vogliono mesi prima di ottenere permessi e autorizzazioni per aprire un nuovo negozio” trovandosi poi “sovraccaricato dalla tassazione” alla fine “non farà richiesta di credito”.
La criticità della situazione occupazionale, almeno per quel che concerne l’Italia, è confermata anche dall’Istat. I giudizi dell’Istituto nazionale di statistica rimangono inalterati rispetto al mese precedente (saldo a 56). Mentre, sulla situazione economica del Paese, sono diminuiti i pareri favorevoli dei consumatori, sia per i giudizi (da -92 a -99) che per le aspettative (da -7 a -8). Il saldo relativo ai giudizi sulla situazione economica familiare varia di un punto: da -56 a -55.
 
Anche le opinioni favorevoli sull’opportunità attuale di risparmio subiscono un calo, il saldo passa da 116 a 114. Lo stesso vale per le possibilità di risparmio future, il saldo passa da -45 a -47. Il clima di fiducia aumenta nel Nord – Est, ma diminuisce in tutte le altre zone.