Piano Giovani e Garanzia Giovani, dopo la revoca la Regione ci mette una pezza

PALERMO – Al Dipartimento regionale del Lavoro non hanno saputo fare nemmeno una semplice addizione. E questo è solo il più “pacchiano” degli errori che ha spinto l’assessorato regionale al Lavoro a revocare il “Piano Giovani” e la “Garanzia Giovani”, pacchetto che insieme avrebbero dovuto muovere investimenti per quasi 75 milioni di euro per favorire l’occupazione giovanile. Ad essere annullata è la procedura che adesso la Regione sta rivedendo dopo la bufera dei giorni scorsi che ha visto persino indagata la dirigente generale del Dipartimento Lavoro Anna Rosa Corsello, recentemente dimissionaria. L’assessore regionale alla Formazione Nelli Scilabra e il nuovo dirigente Gianni Silva stanno rimodulando i termini procedurali per accedere al “Piano Giovani”.
Secondo le mire del governo regionale l’intenzione è anzitutto quella di far durare il click day una settimana con incrocio tra aziende e disoccupati che avverrebbe attraverso i curricula senza alcun dato sensibile, cioè nome e cognome. Ma, soprattutto, i 50 mila giovani e le aziende che si erano registrati nei mesi scorsi non dovranno rifare le procedure e gli 800 disoccupati che avevano ottenuto lo stage nella selezione del 14 luglio saranno recuperati mentre chi ha partecipato alla selezione del 5 agosto dovrà ripartire da zero.
Questo il nuovo sistema ideato per mettere una pezza ad una faccenda che ha spinto inevitabilmente il governo regionale a fermare tutto. Nel decreto revocato a firma della Corsello c’era persino un errore aritmetico: in pratica il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che ha scritto alla Regione invitandola a bloccare tutta la procedura, si è reso conto che l’importo complessivo delle due misure, pari a 74 milioni 670.723 euro, non corrispondeva alle tre linee di finanziamento emanate.
Praticamente sono rimasti fuori mezzo milione di euro. “Considerate le tante criticità rilevate – precisa il neodirigente al Dipartimento Lavoro della Regione, Dario Cartabellotta – sono stati revocati gli avvisi”.
 
Tantissime davvero le contestazioni del ministero: la mancata differenziazione delle diverse fonti di finanziamento utilizzate sotto il profilo soggettivo e delle finalità; il difetto di procedure univoche atte ad evitare confusione tra gli strumenti predisposti; carenza di un cronoprogramma per la definizione e la scansione temporale degli interventi; l’insufficiente approfondimento del contesto economico del mercato del lavoro; la scarsa chiarezza sulle modalità di interazione ed incrocio tra domanda ed offerta di lavoro (tirocinante e soggetto ospitante); la necessità di dettagliare in maniera più puntuale alcuni aspetti dell’iter amministrativo quali le modalità e i termini finali per la presentazione delle candidature, la tracciabilità e la cronologia delle domande presentate, la tempistica per la loro valutazione e le misure di informazione al pubblico; la mancata illustrazione dei requisiti per I’ammissione al bonus occupazionale subordinata all’adozione della circolare Inps che, alla data di pubblicazione del bando era ancora in corso di predisposizione.

Sulla questione un’indagine in corso

Nei giorni scorsi nelle stanze della Regione c’è stato un blitz della guardia di finanzia che ha sequestrato una serie di faldoni inerenti proprio i “Piano Giovani” e “Garanzia Giovani”, misure che danno la possibilità ai giovani disoccupati di potere lavorare da tirocinanti all’interno di aziende alla ricerca di specifiche professionalità con una retribuzione di 500 euro al mese. Situazione che ha scatenato la bagarre politica: “Il blitz delle fiamme gialle non può che gettare ulteriori ombre sulla correttezza dell’attività svolta – commenta Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars -. Il Piano Giovani e il click day, fallimenti conclamati voluti dal pericoloso tandem Crocetta-Scilabra oltre ad avere portato danno alla Sicilia e ai siciliani rischiano di avere anche profili di illiceità” Forza Italia ha già presentato una mozione di censura nei confronti dell’assessore alla Formazione, Nelli Scilabra, che approderà a Sala d’Ercole il prossimo 7 ottobre: “Chiediamo di avere uno slancio d’orgoglio e di dimettersi prima”, conclude Falcone. I finanzieri hanno acquisito alcuni documenti e ascoltato funzionari e dirigenti regionali sul Piano Giovani.