Consorzi di bonifica, stipendi a catinelle

PALERMO – Si dice riforma da almeno un decennio, si leggono disservizi a tutt’oggi. Tutto ciò che ruota attorno all’agricoltura siciliana resta un’enorme incognita e soprattutto una realtà sempre più difficile in termini di servizi. O per meglio dire disservizi dal momento che restano perennemente irrisolti i problemi infrastrutturali legati all’irrigazione dei campi. Risultato? Agricoltura che in Sicilia muore non solo per la crisi di mercato e le normative europee ma anche per colpa delle istituzioni stesse che non riescono a garantire nemmeno i servizi minimi. Anche in questo caso i numeri sono eloquenti tanto quanto impietosi: quasi 178 mila ettari nell’isola sono potenzialmente irrigabili ma di fatto l’acqua arriva in appena 61 mila di essi. Una situazione di stallo che oramai va avanti da tanto, troppo tempo. Oggi si ricomincia a parlare di riforma ma ancora siamo nella fase delle “chiacchiere”.