Una volta viaggiavamo nel cassone dell’ape-car, oppure ci mettevamo in nove nelle auto strapuntinate, o ancora viaggiavamo con affanno su autobus scalcinati. Sicurezza zero. Però i morti e feriti non erano più di quelli odierni, anche perché la gente viaggiava di meno.
I flaconi dei medicinali non erano chiusi ermeticamente come oggi. C’è più sicurezza, però molti bimbi muoiono per overdose di Prozac, che allora non esisteva.
Si beveva l’acqua dal rubinetto del giardino, non da una schifosa bottiglia di plastica, magari lasciata al sole per mesi su piazzali.
Si andava in bicicletta senza casco né ginocchiere. Si sciava col cappuccetto di lana. Guardiamo chi va in bicicletta e chi scia oggi, sembrano astronauti.
Se io cadevo e mi facevo male mio padre me le suonava perché diceva che dovevo stare attento e prevenire i pericoli. Non c’erano i cellulari né la mania di stare continuamente a contatto con gli altri per raccontare, minuto per minuto, tutte le banalità. Forse ognuno si sente confortato parlando con gli altri. O forse si sente smarrito e deve appoggiarsi a qualcuno.
Ma io ringrazio col pensiero il mio babbo, morto da cinquant’anni, perché mi ha impostato con un rigore straordinario fin da quando avevo tredici anni. Si badi, rigore e non rigidità, che è tutt’altra cosa. Mi ha insegnato, fra l’altro, che se vuoi una cosa fatta bene, fattela da te. E poi fai tutte le esperienze possibili senza mai tirare indietro la manina, operando nella società e per te stesso sempre con generosità.
Quando sentiamo raccomandare da qualcuno di essere cauti nella critica concordiamo se la critica è fine a sé stessa. Dissentiamo se, invece, la critica è portata da una proposta alternativa a un certo problema. Critica costruttiva sì, critica blaterata, no.
Sentiamo ancora che bisogna essere generosi nella lode. Sbagliato! La lode si da solo a chi la merita e nella giusta quantità. Se si lodano tutti, delle due l’una: o tutti sono bravi (impossibile), o sono tutti cretini (altrettanto impossibile).
La qualità impone una giusta selezione fra i bravi e gli incapaci, come ci insegna la parabola: separare il grano dal loglio. Insieme fanno solo danno.