Catania – Consiglieri sfiduciano presidente: la “crisi politica” della IV Municipalità

CATANIA - Il Consiglio deluso “sfiducia” il presidente. È una piccola, ma significativa, crisi politica quella che si è consumata all’interno della quarta circoscrizione nella quale ricadono i quartieri di San Giovanni Galermo, Trappeto e Cibali, dove nove consiglieri su dodici hanno sottoscritto un documento, inviato al sindaco e al direttore del Decentramento, nel quale viene segnalato quello che i firmatari definiscono un atteggiamento “personalistico” da parte del presidente della municipalità, Emanuele Giacalone, nell’espletamento delle funzioni politiche. Si tratta di Mariagrazia Adamo, Francesco Nauta, Erio Buceti, Rosario Cavallaro, Giovanni Curia, Mirko Giacone, Davide Grillo, Rosario Sirna e Nunzio Viola, secondo i quali l’ufficio di presidenza non coinvolgerebbe gli esponenti del Consiglio in nessuna delle iniziative.
“Vediamo le foto pubblicate sui social network – scrivono i consiglieri nella nota inviata a Palazzo degli Elefanti nella quale stigmatizzano il comportamento dell’ufficio di presidenza -. Non condividiamo il modo di operare di Giacalone – aggiunge Erio Buceti – tra i maggiori sostenitori della necessità che, all’interno della circoscrizione le cose cambino. Quando un problema viene sottoposto al Consiglio – prosegue – questo deve essere informato di tutto quello che ne discende. È obbligo del presidente e del suo ufficio informarci”.
Un appello alla trasparenza, dunque, nell’epoca dell’elezione diretta dei presidenti di quartiere – la tornata elettorale del 2013 è stata la prima in cui i cittadini hanno indicato un nome – e della partecipazione, che pensato per conciliare i membri dell’assemblea, sembra aversi accesi di più, stando alla replica del presidente Giacalone.
“Il documento scritto dai consiglieri – afferma Giacalone in una nota – dimostra una scarsa conoscenza del Regolamento sul Decentramento urbano. Per quanto riguarda le comunicazioni – prosegue – devo precisare che il Consiglio è sempre stato informato dei lavori sul territorio, come risulta dai verbali. L’atto – aggiunge Giacalone nella nota – che doveva servire a creare un clima più disteso e collaborativo, svela il tentativo di voler ridimensionare i ruoli del presidente e dell’ufficio di presidenza”.
Un’incomprensione, secondo il presidente, nata dal diverso modo di intendere il mandato.
“In ogni caso – conclude Giacalone – se per i consiglieri che hanno firmato il documento sono un  problema, sono pronto immediatamente a rassegnare le mie dimissioni. A patto che lo facciano, contestualmente, anche loro”.